L’umanità dell’internet
(le vie della rete sono infinite)

omini
di Giancarlo Livraghi
gian@gandalf.it



Cronologia

L’evoluzione dei sistemi di comunicazione
e delle tecnologie dell’informazione
dal 1700 a oggi

 
Questa “cronologia” era nata
come parte dell’appendice
di La coltivazione dell’internet
e di L’umanità dell’internet.

Ma dopo la pubblicazione dei libri
si è progressivamente evoluta ed estesa
fino ad assumere un’identità autonoma.

Non è solo un banale elenco di date
e mi sembra che se ne possano trarre
deduzioni e osservazioni interessanti.

(Ultimo aggiornamento 12 dicembre 2013)
 



Si parla dell’internet come se fosse nata venti o trenta anni fa; ma le origini sono molto più lontane. Questa è una sommaria cronologia degli eventi che hanno portato allo sviluppo della rete. Mi sembra interessante notare che l’internet è il punto di arrivo di diverse evoluzioni con radici estese nel tempo e definibili secondo almeno tre linee di sviluppo (non “parallele” o separate, spesso interconnesse, ma concettualmente distinte): elaborazione dei dati, gestione delle informazioni e sistemi di comunicazione.

Le origini delle macchine calcolatrici si perdono nella notte dei tempi. Per esempio l’abaco, usato da mani esperte, non è un banale “pallottoliere”. Ricerche archeologiche hanno portato alla luce ingranaggi di epoca ellenistica che sembrano rivelare complessità paragonabili a quelle di macchine molto più moderne. (Vedi Il computer di Archimede). Insomma nel mondo antico c’erano metodi e meccanismi di calcolo e di elaborazione che avevano raggiunto una notevole raffinatezza. Ma il percorso che conduce ai sistemi di oggi si può tracciare su un periodo relativamente più breve: quello che dal Rinascimento, con il suo rinnovato interesse per la meccanica unita alla filosofia della conoscenza, ha portato a una nuova evoluzione delle scienze nel diciassettesimo secolo. Questa cronologia, rinunciando all’esplorazione di origini più antiche, parte dal diciottesimo.
 

1701   Nella relazione Essai d’une nouvelle science des nombres Gottfried Leibniz propone il modello di calcolo binario – su cui poi si baseranno vari sistemi di automazione, fino all’invenzione degli elaboratori elettronici. Leibniz aveva anche progettato un calcolatore meccanico il cui prototipo era stato realizzato nel 1671. Prima di lui Wilhelm Schickard aveva ideato un calcolatore a orologeria nel 1623 e Blaise Pascal una macchina da calcolo (la “pascalina”) nel 1642. Si parla anche di invenzioni più antiche, compresi disegni di Leonardo da Vinci da cui si deduce che avesse immaginato una macchina da calcolo simile a quella di Pascal.

Secondo alcune fonti i ragionamenti di Leibniz sul calcolo binario sarebbero stati in parte ispirati dagli scritti di Shao Yung, un filosofo-matematico cinese del dodicesimo secolo.

1775   Charles Stanhope realizza una calcolatrice basata sul prototipo di Leibniz. L’anno dopo Mathieus Hahn produce una macchina ugualmente funzionante.

1786   J.H. Mueller definisce i criteri di un calcolatore più complesso, che sarà poi chiamato difference engine.

1820   Charles Xavier Thomas de Colmar realizza una macchina chiamata “aritmometro” – la prima calcolatrice che viene “messa in commercio” (anche se prodotta in un numero limitato di esemplari).

1823   Charles Babbage a Cambridge progetta una difference engine, considerata il modello da cui deriva l’informatica di oggi. Undici anni dopo (1834) sviluppa una macchina diversa, chiamata analytical engine. A una successiva elaborazione del progetto (1843) collabora Lady Lovelace, cioè Ada Byron, figlia del poeta. Alcuni biografi dicono che Ada “aveva anticipato di cent’anni i concetti dei moderni computer” (non solo come macchine da calcolo) e la definiscono “il primo hacker della storia”.

Pare che Ada Byron abbia conosciuto Charles Babbage grazie a una relazione scritta nel 1842 da un matematico torinese, Luigi Menabrea.

Nel 1979 alla Honeywell sarà realizzato un linguaggio di programmazione chiamato “Ada” in suo onore.

The Difference Engine è anche il titolo di un romanzo di fantascienza, scritto da Willam Gibson e Bruce Sterling nel 1990, in cui si immaginava che nell’Ottocento in Inghilterra si fosse diffuso non solo l’uso dei computer, ma anche qualcosa di simile all’internet, in base al lavoro di Charles Babbage e Lady Lovelace. Il libro, purtroppo, è mediocre, ma l’ipotesi è interessante.

1844   Con la nascita del telegrafo comincia l’era della “comunicazione istantanea”. Una delle più grandi “rivoluzioni” nella storia dell”umanità.

(È interessante notare che la “trasmissione dati” è nata prima della telefonia).

1847   Charles Babbage concepisce un modello più semplice ed efficiente di difference engine ma nessuno è interessato a realizzarlo.

Nel 1989-91 al British Museum sarà costruito un modello sperimentale di quella macchina – e si scoprirà che funziona davvero.

1848   George Boole definisce i modelli algebrici che apriranno la strada alla realizzazione di elaboratori a calcolo binario novant’anni dopo. Svilupperà poi anche la teoria algebrica e linguistica di quelle “formule booleane” che sono ancora oggi un sistema diffuso di analisi, classificazione e scelta dei contenuti nell’internet.

1853   Con grande gioia di Babbage, George ed Edward Scheutz a Stoccolma (dopo aver costruito vari modelli di difference engine fin dal 1834) realizzano una macchina funzionante. Un’altra sarà fabbricata più tardi da Brian Donkin a Londra.

Una di queste macchine sarà acquistata nel 1858 dall’osservatorio astronomico Dudley di Albany, New York – ma non sarà usata seriamente (il direttore dell’osservatorio sarà licenziato per quella spesa stravagante). Un’altra, comprata dal governo britannico, funzionerà efficacemente e a lungo.

1866   Funzionano i primi cavi transaltlantici (allora telegrafici, più tardi anche telefonici) che rimarranno efficienti per quasi 100 anni.

(Un primo cavo posato nel 1858 era stato un insuccesso.
Aveva funzionato solo per pochi giorni).

1874   La Remington mette in commercio la prima macchina dattilografica.

(Ma solo all’inizio del ventesimo secolo, anche in seguito a successivi perfezionamenti della macchina, la dattilografia comincerà a diffondersi e a sostituire la scrittura manuale).

1877   Con l’invenzione del telefono si comincia a sviluppare quel sistema di reti di comunicazione su cui più tardi si baserà la telematica – e in particolare l’internet.

L’invenzione del telefono è attribuita ad Alexander Graham Bell, ma verifiche successive accrediterranno la tesi che il primo inventore sia Antonio Meucci (o forse un altro italiano, Innocenzo Manzetti).

Nel 1877 Thomas Edison brevetta il “fonografo”, un registratore su cilindro pensato come strumento per la voce (cioè un “dittafono”). Il primo grammofono a disco sarà realizzato dieci anni più tardi:da Emile Berliner in Germania nel 1887.

Già nel 1887 si comincerà a capire che il grammofono può essere usato per la musica, ma la prima incisione “commerciale” sarà un disco di brani lirici cantati da Enrico Caruso registrato a Milano nel 1902.

1884   In Germania Paul Nipkow sviluppa un sistema di schede perforate rotanti per strutturare immagini che possano essere trasmesse con un filo elettrico. La “ruota di Nipkow” è considerata il primo esperimento “elettromeccanico” di televisione.

1885   Viene prodotta in serie una calcolatrice più compatta del precedente “aritmometro”. È basata su due progetti sviluppati indipendentemente da Frank Baldwin negli Stati Uniti e da Willgodt Theophil Odhner, uno svedese che vive in Russia. Un sistema più avanzato di tastiera si realizza l’anno dopo con il “contometro” di Dorr Felt – che nel 1889 inventerà la prima calcolatrice stampante.

1886   Negli Stati Uniti Ottmar Mergenthaler, basandosi sui precedenti sviluppi della dattilografia, inventa la linotype. Si aprono così nuove possibiltà di stampa meno costosa e più veloce e quindi nuove prospettive nella diffusione di libri, giornali e riviste – e in tutti gli usi della “carta stampata”. La linotype manterrà il suo ruolo per settant’anni. Sarà in parte sostituita dalla fotocomposizione nella seconda metà del ventesimo secolo – e poi definitivamente soppiantata dall’elettronica negli anni ’70. (Vedi il capitolo dedicato alla stampa in Cenni di storia dei sistemi di informazione e comunicazione).

1888   Gli esperimenti di Rudolph Hertz, basati sulle teorie di Maxwell, aprono la strada quelle che poi diventeranno le trasmissioni “senza fili”.
Nello stesso anno si definiscono i primi concetti di quella che poi si svilupperà come registrazione magnetica.

1890   Herman Hollerith e James Powers applicano a macchine da calcolo i sistemi a schede perforate, già largamente utilizzati per “automazione” di macchine industriali (come i telai Jacquard dal 1803). Grazie a questa invenzione il censimento americano, che nel 1880 aveva richiesto sette anni di elaborazione, viene realizzato in sei mesi.

1892   Con una calcolatrice basata sui concetti di Felt, ma più robusta, realizzata da William Burroughs, nasce l’industria delle macchine da calcolo.

1895   Auguste e Luis Lumière realizzano la prima macchina cinematografica. Erano stati preceduti da alcuni esperimenti, come il kinematograph di Thomas Edison nel 1891 e il cinematographe ideato ma non realizzato da Léon Bouly nel 1893. Il cinema rimarrà “muto” fino al 1927, quando di realizzerà il primo film sonoro – e in bianco e nero per parecchi anni anche dopo l’invenzione della pellicola a colori nel 1935.

1897   Il fisico tedesco Karl Ferdinand Brown inventa il tubo catodico (ma i primi esperimenti di televisione elettronica si faranno nel 1925).

1901   Con gli esperimenti di Guglielmo Marconi sul “telegrafo senza fili” si apre la strada non solo alla nascita della radio e poi della televisione ma anche a sistemi di telefonia e “trasmissione dati” non più basati solo su fili e cavi.

Il “telegrafo senza fili” esisteva già da alcuni anni. Marconi aveva fatto i primi esperimenti nel 1895 e realizzato un collegamento fra l’Inghilterra e la Francia nel 1897. Il 12 dicembre 1901 avvenne la prima trasmissione transoceanica, che apriva la via alle comunicazioni “globali”. Ma si trattava di telegrafo in in codice “digitale” (alfabeto Morse) – e non era broadcasting, comunicazione diffusa. Cioè non era (come alcuni dicono) la nascita della radio, che cominciò a diffondersi vent’anni pù tardi.

1906   Lee De Forest realizza la valvola elettronica, che sarà poi la base dei calcolatori fino all’invenzione del transistor nel 1948.

Nello stesso anno si cominca la sperimentazione di trasmissioni radiofoniche.

1920   A Pittsburgh funziona la prima emittente radiofonica con regolari programmi di notizie e musica. Nei sei anni successivi la radio si diffonderà, oltre che negli Stati Uniti, in Canada, Messico, Giappone e in molti paesi europei.

1924   Cominciano le trasmissioni radiofoniche in Italia.

1925   In Gran Bretagna si realizza il primo esperimento pratico di televisione – con la trasmissione di immagini a pochi metri di distanza.

Nello stesso anno, in Germania, Karl Bauer mette in commercio un registratore su filo magnetico chiamnato dailygraph. Negli anni seguenti comincerà a diffondersi l’uso della registrazione magnetica (che era stata sperimentata varie volte, con scarso successo, fra il 1899 e il 1918). La prima macchina chiamata “magnetofono” sarà realizzata in Germania dalla Aeg nel 1935.

1929   Esperimenti di televisione a colori negli Stati Uniti.

Ma la realizzazione pratica broadcast non ci sarà prima del 1953 e l’uso si diffonderà nel 1960 (in Italia “divieti” politici impediranno le trasmissioni a colori fino al 1977).

1935   La International Business Machines (che si era formata fra il 1911 e il 1924 per successive fusioni di varie imprese) presenta l’Ibm 601 – una macchina a schede perforate in grado di fare una moltiplicazione in un secondo. Se ne producono 1500 esemplari.

1936   Prime trasmissioni televisive in Gran Bretagna (seguiranno gli Stati Uniti nel 1939).

1937   Alan M. Turing a Cambridge sviluppa una teoria matematica che semplifica la progettazione di un computer. Nello stesso anno George Stibitz dei Bell Laboratories a New York presenta un modello della “macchina di Turing” (uno dei primi calcolatori binari) che svilupperà ulteriormente nel 1940 insieme a Samuel Williams.

1938   Konrad Zuse a Berlino, con l’aiuto di Helmut Schreyer, sviluppa un protitipo di elaboratore meccanico programmabile basato sul calcolo binario e sull’algebra “booleana” (invece di schede perforate di carta usa pellicole cinematografiche). Nel 1939 Zuse e Schreyer lavoreranno sul progetto V2 (missili da bombardamento). Nel 1940 Schreyer sperimenterà anche soluzioni “a valvole” e nel 1941 realizzerà una macchina elettronica.

1939   John Atanasoff e Clifford Berry (Yowa State University) realizzano il primo calcolatore a valvole elettroniche (ne svilupperanno un modello più avanzato nel 1941). Secondo alcuni studiosi “il primo computer elettronico“ era una (più semplice) calcolatrice di Atanasoff due anni prima – nel 1937.

Nel 1939 si realizzano anche i primi esperimenti di trasmissione televisiva in Italia. Ci sono nel mondo 23 emittenti televisive che, con più o meno successo, sperimentano la trasmissione di immagini. Lo sviluppo si fermerà durante la guerra. Riprenderà negli Stati Uniti nell’immediato dopoguerra e si diffonderà in Europa negli anni ’50.

1943   Quello che è considerato “il primo calcolatore logico programmabile” pienamente funzionante (anche se è stato anticipato da quelli di Stibitz-Williams e Atanasoff-Berry negli Stati Uniti e di Zuse-Schreyer in Germania) è un’enorme macchina a valvole costruita in Inghilterra per motivi militari, chiamata “Colossus”. La sua funzione è decifrare i codici delle comunicazioni cifrate dell’apparato di guerra tedesco. Benché i tedeschi dispongano di qualche prototipo di cacolatore elettronico, la capacità di elaborazione di Colossus si rivela superiore e i servizi di intelligence britannici ne traggono grossi vantaggi militari. L’esistenza di questa macchina sarà tenuta segreta anche dopo la guerra e verrà alla luce solo negli anni ’70.

Nel 1943 Thomas Watson, presidente dell’Ibm, afferma: «Credo che nel mondo ci sia un mercato per forse cinque computer».

1945   In un articolo sull’Atlantic Monthly, Vannevar Bush (vicepresidente del MIT e uno degli scienziati dell’Office of Scientific Research organizzato dal presidente Roosevelt) definisce il concetto di un sistema capace di costituire una rete mondiale di condivisione della conoscenza. Lo chiama Memex. Il progetto non viene realizzato, ma ispira gli sviluppi che prenderanno forma vent’anni più tardi.

1946   John Eckert e John Mauchly realizzano Eniac, un’enorme macchina con 18.000 valvole che occupa uno spazio di 180 metri quadri. Questo è generalmente considerato il progenitore dei computer elettronici – anche se era stato anticipato da macchine come quella di Atanasoff (e da altre di cui allora non si conosceva l’esistenza).

In questo periodo vengono installati i primi cavi coassiali, per potenziare i sistemi di comunicazione. Si continueranno a diffondere per trent’anni, fino al 1975 – poi nei nuovi impianti si preferiranno i cavi in fibra ottica.

1947   Da un accordo fra i servizi segreti americani e quelli britannici nasce Ukusa, la base per una serie di sistemi di intercettazione sulle nuove tecnologie di comunicazione – che si evolvono fino a diventare Echelon nel 1980.

1948   Con l’invenzione del transistor si apre la strada alla “miniaturizzazione” dei circuiti elettronici.

Si realizzano i primi registratori su nastro magnetico (che saranno poi perfezionati dalla Ampex nel nel 1948 e dalla Sony nel 1949).

Nello stesso anno la Xerox mette un commercio la sua prima fotocopiatrice. Ma una diffusione estesa delle fotocopie, che contribuirà a rivoluzionare i sistemi di comunicazione, avverà dieci anni più tardi.

Il concetto di “copiatura automatica” ha origini antiche, con un’infinità di tecniche diverse. Fra gli sviluppi relativamente recenti... la “carta carbone” esiste dal 1806. Molteplici sistemi di copiatura “fotostatica” si erano sviluppati dopo l’invenzione della fotografia nel 1839.

1949   Edvac (electronic discrete variable computer) è il primo computer a nastro magnetico.

1950   Yoshiro Nakamata a Tokyo inventa il “dischetto” (floppy disc). La licenza di distribuzione viene data all’Ibm.

1951   La Remington Rand realizza la serie 1 di Univac, il primo computer di regolare produzione e diffusione commerciale.

1953   Si stima che nel mondo ci siano 100 computer.

1954   Dopo cinque anni di trasmissioni sperimentali comincia il servizio regolare di televisione in Italia. Nello stesso anno si realizza il primo collegamento in eurovisione.

1956   La Ampex realizza il primo videoregistratore.

1957   L’Ibm realizza il sistema Ramac (random access method of accounting and control) che sarà considerato il progenitore dei hard disk. Consiste di 50 dischi di 60 cm. di diametro e ha una capacità di 5 Mb. Costa, in leasing, 35.000 dollari all’anno.

1958   Si costituisce l’Advanced Research Project Agency, per iniziativa del presidente Eisenhower e del suo ministro della difesa Neil McElroy (che non è un militare, ma un civile: viene dalla Procter & Gamble).

Nello stesso anno Jack Kilby realizza il primo circuito integrato.

1959   Con la prima macchina automatica Xerox comincia la diffusione estesa della fotocopiatura.

In questo periodo Ulrich Steinhilper, che lavora per l’Ibm in Germania, definisce il concetto di Textverabeitung, che viene tradotto in inglese come word processing.

(È interessante rilevare che questa evoluzione, poi realizzata soprattutto per mezzo dei personal computer, aveva avuto i primi sviluppi vent’anni prima ed era concepita come funzione della dattilografia, non dell’informatica).

1962   Viene messo in orbita Telstar, il primo satellite per telecomunicazioni. Seguito l’anno dopo dal primo “geostazionario” Sitcom 2 – e poi da una proliferazione di satelliti, sempre più numerosi e sempre più “potenti”. Tuttavia questo sviluppo non sostituirà l’uso dei cavi, anche su distanze transoceaniche.

1964   La proposta di Paul Baran (Rand) delinea i principi di quell’idea di networking che molti anni dopo prenderà il nome di internet.

Nello stesso anno Gordon Moore pubblica alcune osservazioni da cui sarà poi dedotta un’immaginaria “legge di Moore” – con infinite manipolazioni e deformazioni. Vedi La leggenda di Moore

1965   ARPA inizia il lavoro sul networking. Ted Nelson inventa il termine hypertext (vedi il capitolo 19). Nelson sviluppa anche le basi tecnologiche per un progetto che chiama Xanadu, simile al Memex di vent’anni prima; ma anche questo, per il momento, non viene realizzato.

In Italia la Olivetti produce una macchina ideata da Pier Giorgio Perotto, chiamata Programma 101, che alcuni considerano un prototipo di desktop computer (ma in realtà “la perottina” era solo una calcolatrice elettronica “da tavolo”).

1968   Il primo esperimento di rete basato sui principi Rand viene realizzato dal National Physics Laboratory in Gran Bretagna. Negli Stati Uniti nasce il Network Working Group.

Nello stesso anno viene standardizzato l’alfabeto ASCII – American Standard Code for Information Interchange.

In un convegno a San Francisco nel 1968 Douglas Englebert dello Stanford Research Institute presenta un sistema con tastiera, mouse e interfaccia “a finestre” – il modello su cui poi si svilupperanno i personal computer (il mouse era stato inventato da Englebert nel 1964).

1969   ARPA lancia il progetto ArpaNet. Viene stabilito il primo collegamento con quattro istituti universitari: l’UCLA a Los Angeles, l’UCSB a Santa Barbara, lo Stanford Institute e l’Università dello Utah. Viene definito il primo protocollo di collegamento (NCPNetwork Control Protocol).

1970   Nasce Unix, il primo sistema operativo che può essere condiviso da computer diversi (comincerà a diffondersi a partire dal 1975). Nello stesso anno nasce “C”, un linguaggio di programmazione che favorisce non solo lo sviluppo di Unix ma anche quello delle tecnologie su cui si basa l’internet.

All’inizio Unix (come molte altre risorse fondamentali) si evolve soprattutto nelle università e nel mondo scientifico e tecnico. In seguito avrà diverse varianti, di cui alcune resteranno nell’originario filone aperto e compatibile, altre saranno “commerciali” – comunque tutte opensource, cioè con la disponibilità del “codice sorgente” (vedi il capitolo 21). Lo sviluppo dell’internet è largamente basato su sistemi Unix.

Nel 1970 la seconda serie del Monty Python Flying Circus contiene una scenetta comica da cui deriverà il concetto di spam (vedi il capitolo 44).

1971   23 computer-host sono collegati all’ArpaNet. Nasce la “posta elettronica” (e-mail); Ray Tomlinson definisce il programma per lo scambio di messaggi in rete.

Nello stesso anno nasce il primo “microchip”. Il processore 4004 viene lanciato nel novembre 1971. È il “progentitore” dei microprocessori di oggi. Qualche anno più tardi la Intel riconoscerà il fatto che l’autore di quel progetto è un ingegnere italiano, Federico Faggin.

1972   37 host sono collegati all’ArpaNet. Viene costituito l’InterNetworking Group, presieduto da Vint Cerf, per definire gli standard di interconnessione delle reti. Comincia lo sviluppo di quello che diventerà il protocollo TCP/IP. Viene adottato per la posta elettronica l’uso del segno @ (at) – che poi in Italia sarà chiamato “chioccioletta”. Nasce il primo BBS (CBBS di Ward Christensen e Randy Suess).

1973   Primi collegamenti internazionali con l’ArpaNet: l’University College di Londra e Norsar in Norvegia. Nello stesso anno viene svilupato Ethernet, il sistema per collegare i computer in rete.

1974   Nasce Telnet, il primo sistema che permette a chi ha un accesso a un servizio nella rete di collegarsi con un altro. Nasce FTP (File Transfer Protocol).

1975   La Sony (che ha ottenuto un duraturo successo con il sistema di videoregistrazione professionale u-matic realizzato nel 1970) propone il betamax – che avrà un’affermazione diffusa, ma di breve durata, perché (a partire dal 1976) sarà gradualmente sostutiuito dal vhs.

Il “caso betamax” diventerà proverbiale come esempio di una buona tecnologia sostituita, per motivi commerciali, da una di qualità inferiore.

1976   Nasce UUCP (Unix to Unix copy, che è la base dei newsgroup Usenet).

Nello stesso anno viene prodotto il Cray 1, il primo “super computer”, che poi diventerà l’unità di misura per le successive generazioni di macchine (a metà degli anni ’90 si arriverà a 1000 “cray”).

Comincia a svilupparsi in questo periodo l’uso dei cavi in fibra ottica – le cui origini teoriche e sperimentali si fannno risalire al “telegrafo ottico” di Claud Chappe nel 1790. Novant’anni dopo, nel 1880, Alexander Graham Bell aveva inventato il “photophone”. Ma è passato quasi un altro secolo prima delle applicazioni pratiche. Il primo cavo sottomarino in fibra ottica sarà posato nel 1984; il primo transaltlantico nel 1988.

Nello stesso anno Nolan Bushnell inventa Pong, il primo gioco elettronico.

1977   Dennis Hayes inventa il modem (modulatore-demodulatore) per la trasmissione dati fra due computer su linee telefoniche a modulazione.

Alcuni anni più tardi si svilupperanno sistemi telefonici digitali, in cui si useranno dispositivi diversi (perchè non occorre modulare né demodulare). Ma per analogia si si tenderà a chiamarli tutti “modem”.

Nello stesso anno Ken Olson, fondatore e presidente della Digital, afferma: «non c’è alcun motivo per cui qualcuno possa desiderare di avere un computer in casa».

1978   Si definisce il protocollo TCP/IP – che è tuttora la base dell’internet.

Nello stesso anno si rendono disponibili le prime stampanti laser, che realizzano un “salto di qualità” rispetto ai sistemi precedenti. Dieci anni più tardi si diffonderà la tecnologia “a getto d’inchiostro” – che era in sviluppo dagli anni ’60 ma non avrà applicazioni estese prima della fine degli anni ’80.

Nel 1978 in Italia la Olivetti (anticipando l’Ibm) produce la prima macchina per scrivere elettronica. Un prodotto efficiente, importante e innovativo per l’epoca – ma poi progressivamente sostituito dai software di word processing nei computer.

1979   Nascono i newsgroup Usenet. Nasce Compuserve, il primo servizio “commerciale” online (un altro, Prodigy, si svilupperà gradualmente fra il 1980 e il 1990).

Kevin MacKenzie inventa il primo emoticon o smiley :-) (in italiano chiamato “faccina” – vedi il capitolo 50).

È sul mercato il primo personal computer (Apple II). Nello stesso anno viene inventato il compact disk.

Nel 1979 nasce Wordstar, il primo programma di word processing “a larga diffusione”. Verrà poi (1984) Wordperfect, che avrà il sopravvento fino a quando, negli anni ’90, prevarranno i software integrati nel sistema Windows.

Negli anni ’80 nascerà anche RTF (rich text format). Un formato che può essere letto e gestito da quasi tutti i word processor (anche in sistemi operativi diversi) compresi quelli che si diffonderanno negli anni seguenti.

Oltre a Tetris (inventato da Alexey Pazhitnov in Russia nel 1978) in questo periodo nascono altri “classici” dei giochi elettronici, come Space Invaders, Asteroids e Pacman. Nel 1979 nasce il primo MUD – cioè comincia lo sviluppo dei “giochi di ruolo” in rete (vedi la nota alla fine del capitolo 31).

1980   Nasce un sistema di intercettazione delle comunicazioni in rete, Echelon, organizzato dai servizi segreti di Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e Nuova Zelanda.

1981   Ci sono 200 host collegati all’ArpaNet. Nasce BitNet (Because it’s there network) che si sviluppa indipendentemente – ma poi l’attività confluirà nell’internet, anche se BitNet sopravviverà fino al 1996.

L’Ibm presenta il suo primo personal computer.

Vengono prodotti i primi computer “portatili” (che pesano alcuni chili e hanno l’ingombro di una valigia).

1982   Si stabilisce (con il Cnuce a Pisa) il primo collegamento in Italia al sistema di reti che poi si chiamerà internet.

Cominciano a diffondersi i “cloni” (cioè macchine prodotte da altri ma “compatibili” con i personal computer Ibm). Molti sono a prezzo relativamente basso – alcuni sono più costosi ma hanno prestazioni superiori.

Nello stesso anno viene lanciato il Commodore 64, una macchina (non “compatibile”) di ottima qualità – rispetto agli standard dell’epoca – al prezzo “basso” di 595 dollari.

Nascono i dischetti double side da 320 k – cui seguiranno nel 1987 quelli double density da 720 k e poi high density da 1,4 Mb.

1983   Il protocollo TCP/IP viene adottato come standard e comincia la diffusione dell’internet.

1984   La National Science Foundation comincia a sostenere lo sviluppo dell’internet. Negli anni seguenti Nsf-Net prende gradualmente il sopravvento su ArpaNet. Nasce il sistema DNS (Domain Name System). Ci sono mille host internet. Cominciano i collegamenti fra BBS. Aprono i primi BBS in Italia. William Gibson pubblica Neuromancer e nasce la leggenda del “ciberspazio” (vedi capitolo16). La Apple lancia Macintosh.

1985   Nasce Whole Earth ’Lectronic Link (The Well), la prima grande comunità online. Nasce America Online, che in seguito prenderà il sopravvento su Compuserve. Nello stesso anno nasce il cd-rom. Si definisce il concetto di netiquette (vedi il capitolo 42).

Non c’è una precisa data di nascita della netiquette. Si ragionava su questo argomento già alla fine degli anni ’70. Ma pare che il primo documento sistematico sia Toward an Ethics and Etiquette for Electronic Mail di Norman Shapiro e Robert Anderson – uno studio realizzato per la Rand e per la National Science Foundation, pubblicato nel luglio 1985.

1986   Ci sono 5.000 host internet. Nascono le mailing list – forum di discussione basati sull’e-mail (vedi capitolo 49). Nasce il protocollo NNTP (network news transfer protocol) che negli anni successivi sostituirà progressivamente UUCP in Usenet.

Nasce in Italia il primo “grosso” nodo online di pubblico accesso, McLink, seguito poi da altri, come Agorà e Galactica nel 1989 (nel 1994-95 queste organizzazioni diventeranno ISPinternet service provider – ma dieci anni più tardi solo una di esse, McLink, sopravviverà in quel ruolo). Cominciano in Italia i collegamenti a Fidonet (la principale rete internazionale di BBS).

Nello stesso anno Phillip Katz realizza Pkzip (più noto semplicemente come “zip”) che si affermerà come il software più diffuso per la compressione dei file (e anche per una migliore trasmissione nell’internet).

Phillip Katz non ricaverà grandi vantaggi dalla sua invenzione. Il mondo si ricorderà di lui solo quando morirà, povero e alcolizzato, a 37 anni nel 2000.

1988   John Walker, fondatore di Autodesk, acquista i diritti della tecnologia Xanadu di Ted Nelson e investe circa cinque milioni di dollari nello sviluppo (ma l’anno dopo abbandona il progetto quando viene a sapere che qualcosa di simile si sta realizzando al Cern di Ginevra). Nasce IRC (internet relay chat).

Nello stesso anno viene identificato il primo worm o “virus replicante” capace di riprodursi e diffondersi attraverso “allegati” ai messaggi online (vedi il capitolo 39).

I primi virus informatici erano stati rilevati nel 1987. (C’erano cose simili molto prima, ma erano prevalentemente innocui scherzi fra gli “addetti ai lavori”).

1989   Tim Berners-Lee a Ginevra sviluppa l’idea e le tecnologie da cui nascerà il sistema world wide web. Ci sono 100.000 host internet. Si chiude definitivamente ArpaNet. Si costituisce RIPE (Réseaux IP Européens).

1990   Ci sono 300.000 host internet – di cui 30.000 in Europa (900 in Italia). Mitch Kapor fonda la Electronic Frontier Foundation.

1991   Ci sono 600.000 host internet – di cui poco più di 100.000 in Europa (quasi tremila in Italia). La National Science Foundation toglie le restrizioni all’uso “commerciale” dell’internet. Nasce Gopher, il primo sistema di “navigazione” nell’internet; cui poi si aggiunge Veronica (la sigla sta per Very Easy Rodent-Oriented Net-Wide Index to Computerized Archives – dove rodent è un riferimento a gopher, che è una specie di talpa).

Viene resa pubblicamente disponibile la tecnologia web. Dopo una visita al Cern di Ginevra, Paul Kunz all’analogo centro Slac di Stanford in California installa il primo web server fuori dall’Europa.

Philip Zimmerman mette in distribuzione la prima versione di PGP (Pretty Good Privacy) – che rimarrà negli anni seguenti il più diffuso sistema di crittografia.

Linus Torvalds sviluppa il sistema operativo Linux (che è della “famiglia Unix” e riporta alle concezioni aperte e opensource delle origini – vedi il capitolo 21).

1993   Ci sono due milioni di host internet, di cui 500.000 in Europa (18.000 in Italia). Viene reso disponibile il linguaggio html. Marc Andreessen mette in rete Mosaic (il primo browser) e comincia a diffondersi l’uso della world wide web. Nascono Wanderer e Allweb, i primi “motori di ricerca” web. Il Cern approva la proposta di Tim Berners-Lee di permettere la distribuzione libera e opensource della tecnologia web – elemento fondamentale della sua rapida diffusione.

Nasce InterNic, il sistema di riferimento per i domain internet.

The Tech del Masachussets Institute if Technology e il San Jose Mercury News sono i primi quotidiani online.

Nello stesso anno si completa la rete di satelliti su cui si basa il GPS (global positioning system).

1994   Ci sono cinque milioni di host internet (un milione in Europa). Marc Andreessen e Jim Clark sviluppano Netscape, che si afferma rapidamente come il browser più diffuso. Nasce Yahoo, che diventerà il più noto repertorio di informazioni online. Apre First Virtual, la prima banca online.

In Italia nasce ALCEI (Electronic Frontiers Italy) l’associazione per la libertà della comunicazione elettronica interattiva. Ci sono duemila BBS in Italia, di cui molti travolti nel maggio 1994 da quello che è ritenuto il più esteso e sconsiderato crackdown nella storia della telematica mondiale (vedi il capitolo 40). L’Unione Sarda è il primo quotidiano italiano online.

1995   Ci sono 14 milioni di host internet (due milioni in Europa) e 19.000 siti web. I servizi tradizionali online – Compuserve, America Online, Prodigy – diventano ISP (Internet Service Provider). Anche in Italia cominciano a diffondersi gli ISP e quindi la possibilità per tutti di accedere all’internet. Grandi imprese come Telecom (inizialmente “Tol”, che poi diventerà “Tin”) e Olivetti (Italia Online) offrono accessi alla rete.

Negli Stati Uniti nasce Amazon, la libreria online che è diventata il prototipo del “commercio elettronico”. Nello stesso anno nasce anche Auctionweb, che poi diventerà eBay.

In Italia Il Manifesto è il primo quotidiano nazionale online.

1996   Il numero di host internet supera i 10 milioni, di cui tre milioni in Europa (150.000 in Italia). Ci sono 340.000 siti web. Nascono “Ragno Italiano” e “Il Trovatore”, i primi motori di ricerca italiani (seguiranno poi Virgilio e Arianna).

Negli Stati Uniti esce l’edizione online del Wall Street Journal. In Italia La Repubblica e Il Sole 24 Ore (c’è anche L’Unità – ma la sua presenza in rete durerà poco più di un anno).

1997   L’uso dell’internet negli Stati Uniti si diffonde in strati più ampi della popolazione. L’Unione Europea avvia il progetto di intercettazione Enfopol, sul modello di Echelon. I ministri dell’UE emettono la “dichiarazione di Bonn” in cui promettono di impegnarsi per lo sviluppo dei global network. In Italia La Repubblica comincia a sviluppare le sue risorse online con una redazione ad hoc.

John Barger inventa il termine web log che poi diventerà blog.

1998   Ci sono più di 40 milioni di host internet nel mondo, quasi 8 milioni in Europa (400.000 in Italia). Verso la fine dell’anno comincia ad accelerare la diffusione dell’internet in Italia.

Comincia a diffondersi anche fuori dal mondo ristretto delle persone esperte la percezione dell’importanza di soluzioni tecniche aperte, trasparenti e compatibili (opensource).

Nasce Google, che negli anni seguenti prenderà il sopravvento sugli altri “motori di ricerca”.

Esce l’edizione online del New York Times. In Italia fanno i primi tentativi La Stampa e il Corriere della Sera.

1999   Il numero di host internet supera i 60 milioni, di cui 10 milioni in Europa (più di 700.000 in Italia) . L’Unione Europea rinvia “a data da destinarsi” lo sviluppo di Enfopol.

L’uso dell’internet in Italia si estende a categorie sociali e culturali più ampie. Si scatena la “guerra dei portali” e si moltiplicano le offerte di accesso “gratuito”. Comincia a diffondersi nel mondo economico e politico la percezione dell’arretratezza italiana e dell’impreparazione delle nostre organizzazioni, pubbliche e private, nell’uso della rete.

2000   Alla fine dell’anno ci sono 100 milioni di host internet, di cui 16 milioni in Europa. Ci sono circa 20 milioni di siti web. Il modello affrettato e speculativo della cosiddetta “nuova economia” manifesta le sue debolezze, con “crolli” in borsa e fallimenti. Anche in Italia molte grandi organizzazioni, che si aspettavano rapidi profitti con l’internet, si trovano in difficoltà e sono costrette a ridimensionare i loro progetti. Comincia a farsi luce, anche se ancora timidamente, il concetto che occorrono soluzioni più efficienti e meno frettolose.

L’Unione Europea rilancia iniziative contro i “crimini informatici” con deviazioni repressive e censorie che suscitano le proteste delle organizzazioni per la difesa dei diritti civili e della libertà di parola.

Continua a diffondersi l’uso dell’internet in Italia, nonostante le ripetute campagne di “demonizzazione” della rete. C’è più di un milione di host internet in Italia; per la prima volta il nostro paese si colloca fra i primi dieci nel mondo nell’uso della rete.

2001   Ci sono 147 milioni di host internet nel mondo, 22 milioni in Europa e più di due milioni in Italia. La diffusione dell’internet in Italia continua a crescere, ma meno velocemente che nei due anni precedenti.

Jimmy Wales fonda Wikipedia, che si affermerà come la più diffusa e rapidamente crescente enciclopedia online.

L’Unione Europea, con vent’anni di ritardo, esprime preoccupazioni per il sistema spionistico Echelon (vedi L’Europa ed Echelon: tardi e male).

In Italia una legge sull’editoria promulgata in aprile suscita diffusa indignazione e protesta perché potrebbe ostacolare la libertà di comunicazione in rete. Il governo diffonde dichiarazioni “rassicuranti” ma l’interpretazione della legge rimane incerta (vedi Una legge molto confusa).

Nel mondo economico e finanziario continuano a diffondersi perplessità e timori per lo sviluppo della cosiddetta new economy a causa dei sussulti nei mercati finanziari che seguono allo sgonfiamento della “bolla speculativa” nel 2000.

Nella seconda metà dell’anno cominciano a diffondersi nel mondo più energiche iniziative in favore del “software libero” e si delineano anche posizioni su questo argomento dell’Unione Europea (vedi Libertà di software: un movimento mondiale?).

2002   Ci sono 170 milioni di host internet nel mondo, 27 milioni in Europa, più di tre milioni in Italia. Il numero di persone online in Italia continua ad aumentare, ma con quella relativa lentezza che si era già constatata nel 2001.

Continua ad aggravarsi il problema dello spamming, moltiplicato anche da alcuni virus).

“Casi” come Echelon-Andersen, Worldcom e altre situazioni analoghe mettono in evidenza, con anni di ritardo, alcune delle storture del sistema speculativo – che palesemente non riguardano solo la cosiddetta new economy. La crisi delle compagnie telefoniche (specialmente in Europa) rivela le conseguenze di investimenti sbagliati e di mal concepite speculazioni finanziarie.

Il problema del terrorismo è utilizzato in molti paesi, compresa l’Italia, come pretesto per restrizioni, controlli, verifiche e invasività che nulla hanno a che fare con la prevenzione del crimine. Progetti governativi in Italia per favorire lo sviluppo delle “nuove tecnologie di comunicazione” si orientano, ancora una volta, in una direzione sbagliata – per esempio dando una priorità eccessiva e disorientante alla “banda larga” (vedi Quei grandi tubi pieni di nulla e Le malefatte della bandalarga).

2003   Ci sono 233 milioni di host internet nel mondo, 34 in Europa, 5 in Italia. Lo sviluppo della rete si conferma forte, ma con molti squilibri (vedi dati internazionali ed europei).

Sembra che le autorità americane, europee e italiane comincino a prendere coscienza di problemi come lo spam e le truffe online (vedi Spam e scam) ma senza alcun risutato pratico (vedi Salute e malanni dell’internet).

Continua a crescere, nel mondo, l’affermazione delle soluzioni opensource, ma permane il disinteresse su questo tema, specialmente in Italia, del potere politico e dei poteri economici dominanti.

2004   Ci sono 318 milioni di host internet nel mondo, 54 in Europa, 9 in Italia. Con l’entrata di dieci nuovi membri il numero di host internet nell’Unione Europea sale a 49 milioni (il 90 % dell’Europa).

Mozilla lancia Firefox e si allarga la diffusione di web browser opensource.

Il numero di persone online in Italia, dopo un rallentamento fra il 2001 e il 2003, sembra avere una crescita un po’ più veloce.

Il 12 maggio 2004 ricorre il “decennale” del crackdown nel 1994 contro le reti telematiche italiane. Su altre “ricorrenze” vedi I “decennali” del 2004

Continuano a moltiplicarsi i virus (se ne contano più di centomila) e altri malanni, fra cui la diffusione di falsi allarmi e di notizie distorte (vedi Bufale, piagnistei e demonizzazioni). Alcuni mal concepiti decreti governativi in Italia suscitano estese preoccupazioni e perplessità (vedi Ambiguità e pericoli della prevenzione e Un’altra legge persecutoria contro l’internet). Le soluzioni opensource fanno qualche passo avanti anche in Italia, ma con esitazioni, incertezze e contrasti.

2005   Ci sono 395 milioni di host internet nel mondo, 71 in Europa, più di dieci in Italia.

Ci sono circa 16 milioni di persone online in Italia, di cui 11 milioni fanno un uso relativamente “abituale” della rete. Il numero continua a crescere, ma più lentamente dell’attività online come misurata dal hostcount. Il numero di domain “.it” supera il milione nel marzo 2005.

Le soluzioni opensource continuano a fare progressi, con alcuni sviluppi interessanti (vedi L’assedio dell’opensource). Cresce nel mondo il numero di governi che si impegnano per l’uso di queste risorse nei servizi pubblici. Anche le autorità italiane cominciano a fare dichiarazioni in quel senso, ma con risultati, finora, molto scarsi.

Si festeggia il ventesimo compleanno di The Well (vedi anno 1985) e ricorrono alcuni “decennali”, fra cui quello della diffusa disponibilità di accessi all’internet in Italia (vedi anno 1995).

2006   Ci sono 430 milioni di host internet nel mondo e 88 milioni in Europa. Nell’ottobre 2006 il numero di siti web su scala mondiale supera i 100 milioni (con un forte aumento rispetto all’anno precedente). Ma i siti “attivi”, come in passato, sono la metà.

La crescita dell’internet in Italia continua con un andamento analogo a quello del 2005. Ci sono circa 18 milioni di persone online in Italia, di cui 13 milioni fanno un uso relativamente “abituale” della rete.

Si aggravano i rischi di repressione e censura (vedi La sindrome cinese, Scandali e sequestri e Non è solo il “caso Google”).

Gandalf.it compie dieci anni.

2007   Ci sono 540 milioni di host internet nel mondo e 120 milioni in Europa. Il numero di siti web su scala mondiale è salito a 150 milioni (ma quelli “attivi” crescono meno del totale). Il numero delle persone che usano la rete continua a crescere, ma in Italia lo sviluppo è più lento che in altri paesi. Si conferma una tendenza già rilevata nel 2006: per numero persone online l’Italia è stata “sorpassata” dalla Francia (e, rispetto alla popolazione, anche dalla Spagna).

Continuano le spinte di repressione e censura. Un caso particolarmente violento e grossolano è una dichiarazione del commissario europeo Franco Frattini il 10 settembre 2007.

2008   Ci sono 625 milioni di host internet nel mondo e 140 milioni in Europa. Il numero di siti web è salito a 185 milioni (ma la percentuale di quelli “attivi” è scesa al 40 % del totale). Cresce il numero di persone online in Italia, ma non con una velocità sufficiente a ridurre lo svantaggio rispetto ai paesi più evoluti. La presenza femminile in rete in Italia è salita al 43 % (55 % fra le “nuove” persone online nel 2007-2008).

Si ripetono fenomeni preoccupanti di repressione e censura. Vedi, per esempio, i casi descritti in Stupida legge, perversa sentenza e Sequestri e altri abusi – di male in peggio.

2009   Ci sono 733 milioni di host internet nel mondo, 153 milioni in Europa e 22 milioni in Italia. Il numero di siti web nel mondo ha superato i 200 milioni.
Sembra esserci una leggera accelerazione nell’aumento del numero di persone online in Italia (che nell’ottobre 2009 ha superato, per la prima volta, i 20 milioni). Ma non è ancora chiaro il significato della tendenza – e comunque l’Italia rimane arretrata rispetto ai paesi più evoluti (vedi persone online nel mondo e in Europa).
Non sembra che la “crisi finanziaria” abbia alcun effetto sulla crescita dell’internet (in Italia come nel resto del mondo). Questo conferma un fatto già percettibile da parecchi anni in base all’esperienza: la rete si sviluppa prevalentemente come strumento di attività personale, perciò meno di altri comportamenti assoggettata alla situazione economica.

2010   Ci sono 818 milioni di host internet nel mondo, 166 milioni in Europa e 24 milioni in Italia. I siti web nel mondo sono 250 milioni (meno di 100 milioni risultano “attivi”). Il 7 dicembre 2010 il numero di domain internet registrati in Italia ha superato i due milioni. Continua la crescita del numero di persone online in Italia (che nel novembre 2010 ha superato i 23 milioni).
Si accentuano fenomeni preoccupanti di repressione e censura, con vari livelli di perversità in diverse parti del mondo e particolari problemi in Italia.
Ci sono sviluppi positivi nelle risorse opensource (vedi Il “passo avanti” di Linux) ma ancora poco percepiti dalla “cultura dominante”. Sembra che cominci a diffondersi (ma con un’estensione ancora scarsa) la percezione dell’importanza di tecnologie semplici ed efficienti (vedi finalmente semplicità?).

2011   Ci sono 888 milioni di host internet nel mondo, 178 milioni in Europa e 25 milioni in Italia È in forte aumento il numero di siti web, che ha superato i 550 milioni nel mondo (ma rimane bassa la percentuale di siti “attivi”). Il numero di persone online in Italia ha superato i 25 milioni, ma rimane scarso, rispetto alla popolazione, in confronto alla media europea e ai paesi più avanzati nel resto del mondo.

2012   Ci sono 964 milioni di host internet nel mondo, 186 milioni in Europa e 25,7 milioni in Italia. Più di 600 milioni di siti web (meno di 200 milioni risultano “attivi”).

2013   In settembre il numero di host internet nel mondo è arrivato a un miliardo (ma un aggiornamento dettagliato non sarà disponibile prima di marzo o aprile 2014). Ce ne sono 202 milioni in Europa e 26 milioni in Italia. (Vedi dati internazionali ed europei). In dicembre 861 milioni di siti web (ma nessun aumento nel numero di siti “attivi”, che rimangono meno di 200 milioni).



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Ringrazio gli amici e gli attenti lettori
che hanno contribuito a questa “cronologia”
e sarò grato a tutte le persone
che vorranno segnalarmi altri fatti significativi
con cui continuare a correggerla o completarla
 



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Indice dei capitoli online


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L’umanità dell’internet


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La coltivazione dell’internet



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