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Dati

Africa

Dati sull’internet in Africa
(hostcount)

A cura di Giancarlo Livraghi

Analisi aggiornate al 29 agosto 2014
in base ai dati internazionali del giugno 2013

Il prossimo aggiornamento avverrà
probabilmente in marzo o aprile 2014


Nei primi otto anni di ragionamenti e verifiche sullo sviluppo della rete, cioè fino al 2002, non avevo mai pubblicato un’analisi della situazione nei paesi africani. Avevo tentato varie volte di ricavare qualche segnale dai dati disponibili, ma poi avevo rinunciato, perché nella maggior parte del continente i numeri erano così piccoli che la significatività era molto scarsa. Ancora oggi queste informazioni devono essere valutate con prudenza, perché i dati sono probabilmente imprecisi. Ma ci sono frequenti segnali di crescita e si può tentare qualche approfondimento. Questo è il diciassetesimo aggiornamento riguardante l’Africa (le analisi precedenti, a partire dal 2003, sono riassunte in divesi numeri della rubrica Il mercante in rete.
 

Due fatti sono chiari. Uno è che quasi tutta l’Africa, insieme a una larga parte dell’Asia, rimane fortemente arretrata. L’altro è che, come rilevato nell’analisi dei dati internazionali, quattro quinti dell’attività online di tutto il continente si trovano in un solo paese: il Sudafrica (che ha il 5 % della popolazione).

In questo grafico vediamo un confronto fra la crescita del hoscount in Sudafrica e nel totale del continente dal 2004 al 2012.


Host internet in Africa e in Sudafrica 2004-2012
 
Numeri in migliaia

tendenza

La linea in verde pallido è un’ipotesi teorica di quella che “potrebbe essere” una linea di crescita coerente del hostcount nel Sudafrica. Manca una spiegazione comprensibile di una improvvisa accelerazione nel 2010, poi non superata nel 2011-2013. Nonostante questa anomalia, i dati di sviluppo sono significativi nel medio-lungo periodo. Si tatterà di vedere come si evolverà la situazione nei prossimi anni, ma à probabile che il predominio del Sudafrica non si riduca molto in tempi brevi.

Per la prima volta nel 2006 l’Africa, in totale, aveva superato il milione di host internet. Nel 2008 è arrivata a due milioni, tre nel 2009, cinque nel 2010 e sei nel 2013. Ma ancora oggi l’Africa ha meno dell’1 % dell’attività online nel mondo (mentre ha il 14 % della popolazione mondiale). I suoi sei milioni di host sono un numero piccolo rispetto, per esempio, a 186 milioni in Europa, 156 milioni in Asia e 66 milioni nell’America Latina.

A causa del prevalente hoscount in Sudafrica, il resto del continente sembra avere una linea evolutiva quasi “piatta”. Ma in realtà sta crescendo. Per una percezione più chiara, vediamo la tendenza limitando l’analisi al resto dell’Africa.


Host internet nel “resto dell’Africa” 2004-2012
(escluso il Sudafrica)

 
Numeri in migliaia

22 paesi
 
La linea grigia è un indice di confronto calcolato
sulle percentuali di crescita del hostcount nel mondo


La crescita c’è – con percentuali nettamente maggiori della media mondiale. Ma su basi ancora molto piccole e con grandi differenze all’interno del continente.

In questa tabella vediamo la situazione nei 33 paesi africani con più di mille host internet (che hanno il 99 % del hoscount totale in Africa).


  Numero di host
giugno 2013
Per 1000
abitanti
Sudafrica 4.834.779 95,6
Marocco 278.661 8,6
Egitto 204.336 3,5
Mozambico 91.778 3,8
Libia 78.999 12,3
Namibia 78.372 37,2
Kenya 73.142 1,8
Ghana 60,282 2,2
Mauritius 51.235 42,2
Zimbabwe 47.140 3,7
Madagascar 42.607 20,6
Angola 37,005 1,8
Uganda 33.082 1,0
Réunion 32.657 38,9
Tanzania 27.088 0,6
Costa d’Avorio 24.875 1,2
Zambia 16.571 1,2
Lesotho 10.532 4,8
Camerun 10.222 0,5
Botswana 7.544 3,8
Ruanda 4.129 0,4
Malawi 3.296 0,2
Congo (Kinshasa) 3.211 0,05
Swaziland 2.776 2,3
Congo (Brazzaville) 2.514 0,6
Nigeria 2.498 0,02
Burkina Faso 1.951 0,1
Gambia 1.685 1,0
São Tomé & Pr. 1.678 10,2
Eritrea 1.313 0,3
Sierra Leone 1.304 0,2
Benin 1.283 0,1
Togo 1.168 0,2
totale Africa 6.027.000 5,8
escluso Sudafrica 1.192.000 1,3

Se si esclude il Sudafrica, il resto del continente
ha superato il milione di host internet nel 2011.
Con, ancora oggi, poco più di uno per mille abitanti.

In Africa solo il Sudafrica (e solo dal 2010)
ha una densità rispetto alla popolazione
superiore alla media su scala mondiale – che, come risulta
dai dati internazionali, è 72 host per mille abitanti.


In una situazione generale di scarsa densità vediamo che ci sono molte differenze, con varie discontinuità nelle rilevazioni. Per esempio dai dati di hostcouunt risultava, nel 2004-2005, una forte crescita nel Marocco (con una densità rispetto alla popolazione che era, in quel periodo, superiore a tutti gli altri paesi del continente, fuorché il Sudafrica). Ma negli anni successivi si è rilevato uno sviluppo meno veloce.

Nel 2009 i dati indicavano una forte crescita della Namibia (che già in precedenza aveva un’attività online superiore alla maggior parte dell’Africa). Continua ad aumentare, ma sembra che nel 2011 sia stata superata (in “cifra assoluta“) da un “improvviso“ sviluppo del Mozambico. Ci sono abbastanza spesso cambiamenti dei dati in vari paesi, ma la significatività è incerta. Come sempre, le tendenze si devono valutare su periodi più lunghi.

Nell’area mediterranea si distingue anche la situazione dell’Egitto – che, dopo due anni di apparente stasi nel 2003-2004, stava dando di nuovo segni di crescita nel 2005-2007 (ma sembra più lento lo sviluppo negli anni successivi).

Da alcuni anni si rileva una crescita della Libia, con un forte aumento nel 2013. Benché conflitti e disordini nel paese non siano affatto risolti, dopo la fine del regime di Gheddafi sembra esserci un veloce sviluppo dell’atttività di comunicazione.

Nel resto dell’Africa settentrionale l’attività online rimane a livelli molto bassi. In Algeria si rileva, in rapporto alla popolazione, una densità simile a quella della Nigeria. Non sembra che la Tunisia sia in una situazione molto migliore. A questo proposito vedi anche un’analisi della, complessivamente scarsa, attività online nei paesi arabi).

Un esempio di quanto possa essere incerta l’interpretazione dei dati è la situazione in Tunisia. Un paese considerato fra i più evoluti culturalmente nel Nordafrica, però assoggettato a repressione e censura – non è chiaro se siano eliminate o ridotte dai recenti cambiamenti politici. Con dieci milioni di abitanti, la Tunisia risulta avere 576 host internet (metà della Repubblica di San Marino). È possibile che questo sia in parte dovuto ad attività su domain diversamente registrati (per esempio in Francia). Comunque rimane, come altre, una stuazione difficilmente spiegabile – almeno fino a quando si potranno rilevare nuovi sviluppi.

Nell’Africa sub-sahariana ci sono stati, in diversi periodi, segnali di crescita in vari paesi – come Kenya, Mozambico, Ghana, Uganda, Madagscar. C’è una densità relativamente elevata (rispetto al basso livello del continente) in alcuni “piccoli” paesi come Namibia, Zimbabwe, Botswana e Swaziland (anche Mauritius e altri paesi insulari).

Dal 2012 si rileva una particolare crescita in Lesotho e Malawi – probabilmente dovuta, almeno in parte, a una “sottovalutazione“ nei periodi precedenti. Il valore numerico di questi dettagli è incerto, ma in molti paesi africani ci sono segali di sviluppo, benché su numeri ancora molto piccoli rispetto agli altri continenti.

In questa “torta” vediamo la situazione nei nove paesi africani con più di 50.000 host internet (che hanno il 95 % del totale nel continente).


9 paesi africani

11 paesi


Oltre l’80 % del hostcount in Africa è concentrato in un solo paese. Nei primi tre il 90 %.

Se, per una migliore leggibiltà, togliamo dal grafico il Sudafrica e i due paesi nordafricani con una maggiore attività in rete, questa è la situazione in altri diciassette paesi in Africa con più di cinquemila host internet.


17 paesi africani

17 paesi


L’esattezza dei dati è sempre incerta, specialmente quando si tratta di “piccoli numeri”, ma il quadro è in continua evoluzione ed è probabile che nei prossimi anni ci siano altri cambiamenti.

Il “resto dell’Africa” comprende più di trenta paesi con un’attività in rete molto limitata. Per esempio il numero di host internet in Nigeria, con 140 milioni di abitanti, è un terzo di quello del Liechtenstein. Così anche il “grande” Congo – e ancora peggio il Sudan.

L’Etiopia, con 80 milioni di abitanti, ha 208 host (meno di Gibuti, che ha un centesimo della popolazione). In Somalia se ne rilevano 278(mentre c’è un po’ più attività online in Eritrea). Il numero totale di host internet in Africa è inferiore a quello in Svizzera. Se si esclude il Sudafrica, il resto del continente ne ha meno della Lituania.

Non risulta alcuna attività sul top level domain assegnato a un paese africano di nuova indipendenza. Il “Sud Sudan” si è separato dal Sudan il 9 luglio 2011 – e ha chiesto di avere il tld SS incontrando la ragionevole obiezione che in Europa e in altre parti del mondo rischierebbe di avere un’interpretazione nazista. Incurante delle preoccupazioni, il Sud Sudan ha insistito per avere quel tld e nell“agosto 2011 ne ha ottenuto la registazione. Ma, a quanto pare, rimane inutilizato.

Vediamo un aggiornamento al giugno 2013 del grafico per la densità (host per mille abitanti) in 26 paesi africani con più di duemila host internet.


Host internet per 1000 abitanti
in 26 paesi africani

26 paesi
La dimensione del Sudafrica è ridotta del 45 % per migliore leggibilità del grafico

Oltre alle Mauritius e alla francese Réunion,
un altro piccolo paese insulare, São Tomé & Principe,
ha una densità superiore a quella del Marocco.
Le Seychelles sono sopra la media dell’Africa.
In altre, come Capo Verde e Comore, risulta molto scarsa.
(Vedi la nota dopo la carta geografica alla fine).

La densità più alta di tutta l’Africa sembra essere
nell’isola atlantica di Sant’Elena, ma la popolazione
è così piccola da rendere il calcolo irrilevante
(nella sua dependency Ascension la situazione
è influenzata dalla presenza di una base
dell’aviazione militare americana e britannica).


È sempre necessario ricordare che per i singoli paesi, specialmente al livelli più bassi di hostcount, i dati sono incerti. Ma è un fatto evidente che in Africa (come in altre parti del mondo – e particolarmente in Asia) ci sono forti differenze e la situazione, oltre che generalmente poco evoluta, è anche molto squilibrata.

Ci sono frequenti cambiamenti. Per esempio il Marocco, che dal 2005 al 2008 in base a questo criterio appariva al secondo posto dopo il Sudafrica, ora (benché continui a crescere) si trova al settimo.

Come sempre, un quadro diverso (ma ugualmente con forti disparità) risulta dall’analisi in rapporto al reddito (prodotto interno lordo).


Host internet in rapporto al reddito (PIL)
in 26 paesi africani

26 paesi
La dimensione del Sudafrica è ridotta del 30 % per migliore leggibilità del grafico


Dal 2004 al 2006 sembrava che, rispetto al reddito, il Marocco avesse superato il Sudafrica. Ora il rapporto è di nuovo in senso inverso. Nel 2008 si rilevava al primo posto lo Zimbabwe e nel 2009 la Namibia, ma dal 2010 ritorna a essere il Sudafrica. Per la prima volta nel 2011 è apparso al secondo posto il Mozambico.

Anche da questo punto di vista ci sono stati, nel corso degli anni, parecchi sviluppi e cambiamenti, ma comunque la maggior parte dell’Africa rimane ancora, secondo tutti i criteri di valutazione, in una situazione molto arretrata.

Questi grafici non possono essere presi troppo sul serio perché, come già osservato, l’attendibilità dei dati è incerta – e particolarmente scarsa quando si tratta di “piccoli numeri“. E questi sono solo alcuni esempi fra le molte e complesse situazioni che si trovano nel continente. Ma, pur in un quadro ancora molto depresso, si rilevano alcuni segni di evoluzione.

Può non essere esatto che la Namibia, con due milioni di abitanti, abbia trenta volte più host internet rispetto a un paese settanta volte più grande, come la Nigeria. O che l’attività online fosse quadruplicata in Egitto fra il 2001 e il 2003 (quasi altrettanto fra il 2004 e il 2005) e in anni seguenti cresciuta ancora di più in Marocco – in Libia più che quadruplicata nel 2013 – mentre altri paesi, anche sulle coste del Mediterraneo, rimangono molto arretrati. Ma è palesemente vero che in Africa, ancora più che nel resto del mondo, ci sono forti disparità.

Vediamo la situazione della densità anche sotto forma di carta geografica.


Host internet per 1000 abitanti

Africa

Un piccolo “punto” nel Golfo di Guinea indica la densità nelle isole São Tomé & Principe.
Due altri, a un livello più alto, comparirebbero
nell’Oceano Indiano a est del Madagascar se in questa carta fossero comprese
le isole Mauritius e la francese Réunion (e uno blu per le Seychelles).
In mezzo all’Atlantico potrebbe esserci, in rosso, Sant’Elena.
Come già rilevato, altri paesi isolani hanno una densità che li colloca nell’area “bianca”.

Il caso del Lesotho, che appare come un piccolo territorio di minore densità
rispetto al circostante Sudafrica, è simile a un esempio di come ci siano
forti differenze territoriali anche all’interno dei confini di ciascun paese.
È evidente che, se fosse possibile tracciare mappe più dettagliate,
in Africa ancora più che in altre parti del mondo si vedrebbe l’attività in rete
concentrata nelle aree urbane e in alcuni nodi di comunicazione.
 

Rispetto alle altre mappe che si trovano alla fine di altri documenti nella sezione dati (mondo, Europa, Asia e America latina) questa usa una scala diversa, con valori molto più bassi.

Come si nota anche in altre parti del mondo, ci sono alcuni effetti di “contiguità” – per esempio (ma non solo) nel caso di paesi confinanti con il Sudafrica (e di un’influenza francese in Marocco). È sorprendente che (sempre nel limite di attendibilità dei dati) un effetto di “vicinanza mediterranea” abbia, finora, effetti nel Nord Africa molto inferiori ai livelli europei. Ma comunque le aree di (relativo) sviluppo riguardano solo una parte limitata del continente.

Insomma la situazione sta cambiando, in alcuni paesi ci sono sintomi di crescita, anche (proporzionalmente) veloce, ma lo sviluppo dell’internet in Africa è ancora molto arretrato. C’è un grande potenziale di crescita, ma occorrerà superare complesse difficoltà (non solo tecniche ed economiche, anche politiche, sociali e culturali).


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