sito che funziona



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Cose da sapere

(tecnicaglie noiose che qualcuno
in azienda è bene conosca...)


In questo capitolo si esaminano alcune delle tecnologie
(o dei concetti tecnici) con cui chi si occupa direttamente
del sito in azienda non può far a meno di incontrare.
Per chi normalmente si occupa d’altro si tratta di cose
molto noiose: ma che purtroppo non si possono ignorare
senza correre il rischio di pretendere – o di accettare –
cose chepeggiorano il sito.



L’equivoco dell’innovazione

In tutti gli ambienti (e in quello della comunicazione in particolare) si usa pensare “nuovo è bello”. Nel mondo web ... dipende. Chi ci lavora dalla nascita (diciamo dal 1995/96) ha fatto in tempo a vedere diverse tecnologie annunciate da squilli di trombe e rullare di tamburi come “il futuro della comunicazione web” fare flop clamorosi.

Un sito che usa una tecnologia innovativa ha un grosso problema: richiede che il computer dell’utente, che non si può assolutamente controllare, supporti tale innovazione.

Non è come nel caso, supponiamo, di un editore, che può usare una tecnologia spaziale per stampare le sue riviste... una volta stampato (non importa come) il giornale è comunque leggibile per tutti.

Se la tecnologia “innovativa” riguarda funzioni che vengono svolte dal server e “servite” in modo compatibile a tutti, l’unico problema è quello dell’affidabilità (le tecnologie molto nuove spesso non sono sufficientemente stabili e testate) ma, dopo una serie sufficiente di test si può essere sufficientemente tranquilli.

Ma se l’innovazione riguarda qualcosa che deve essere presente sul computer dell’utente, è sempre bene (se questa dà un vantaggio competitivo che ne rende ragionevole l’uso) prevedere adeguate alternative di compatibilità. Queste sono sempre possibili: con poche righe di codice si può verificare se l’utente dispone della tecnologia in questione, e in caso contrario, predisporre un percorso alternativo.

Pretendete di conoscere le statistiche sull’utilizzo di determinate tecnologie e che venga predisposta la “compatibilità all’indietro” (così si chiama in gergo).


Tecnologie “lato client”

Attualmente si tende a “scaricare” sul computer dell’utente piccoli programmi (Java script o applet Java) che svolgano parte dell’elaborazione in locale.

Il vantaggio è sia nel tempo di risposta (più veloce perché si attendono meno dati dal server) sia nel “risparmio” di elaborazione centrale, sia di altro tipo (per esempio può essere utile per criptare dati in modo più sicuro o per altro ancora).

In sé, quindi, non è una cattiva scelta, però è più pericolosa, perché si basa sull’attrezzatura hardware e software dell’utente, che è variabile.

Questo non è certo il luogo per addentrasi in spiegazioni tecniche (per cui un intero manuale non basterebbe). È tuttavia necessario sottolineare l’importanza di ottenere precise garanzie riguardo alla compatibilità di questi “pezzetti di software” che si scaricano sul computer dell’utente. Devono funzionare bene sulle diverse piattaforme (PC, Mac, e forse Unix, se il target è costituito anche da “tecnici”) e con diversi browser (Explorer e Netscape delle release più diffuse).

Macintosh e Netscape solitamente vengono trascurati perché costituiscono una minoranza, che tuttavia non è trascurabile, soprattutto presso i consumatori.

Il sistema di home banking di uno dei più importanti istituti bancari italiani, per esempio, fa “crashare” irrimediabilmente il Machintosh, sia con Netscape, sia con Explorer ... come usabilità è difficile pensare a qualcosa di peggiore.


Multimedialità

La pur povera “multimedialità” su rete è l’aspetto che presenta maggiori problemi in termini di usabilità, sia perché alcune di queste tecnologie non sono supportate da vecchi browser tuttora in uso, sia perché altre richiedono plug-in o helper da scaricare dalla rete e installare sul proprio computer. Dedichiamo quindi una breve descrizione ai più diffusi strumenti per avere su web animazioni e suoni.

Con una cautela di base: ogni “multimedialità” non funzionale non è solo un problema tecnico; è anche un ingombro e un disturbo percettivo che nuoce all’usabilità

e alla qualità della comunicazione.


Gif animate

Non presentano praticamente alcun problema di compatibilità.

Il vero problema è se servano

a qualcosa... spesso sono “vezzi” inutili, se non dannosi.


Flash

Flash consente di visualizzare animazioni relativamente leggere e di buona qualità, con cui si può interagire. Il plug-in (un miniprogramma di “aggiunta” al bowser) che consente di vedere flash è diffuso in percentuali variabili tra il 95% (Flash 3) e il 40% (Flash 5). Il grosso problema di Flash è che chi non ha il plug-in non vede proprio nulla.

Un altro problema di Flash sono le sue versioni. L’ultima (la 5) offre ulteriori possibilità, tuttavia i plug-in più diffusi sono relativi alle release precedenti e quindi i file in flash 5 sono visualizzati da un numero limitato di persone.

Inoltre Flash è assai oneroso da modificare e aggiornare e richiede molto più tempo, anche per cambiare una sola frase, rispetto ad una pubblicazione anche sofisticata fatta con metodi più “tradizionali”. Questa è una soluzione “di moda” e spesso usata anche quando non serve.


Dynamic html

Il DHTML non è un linguaggio specifico, ma semplicemente un’espressione gergale per indicare alcuni degli “effetti speciali” possibili con l’ultima versione dell’html.

DHTML è un oggetto che attraversa la pagina, una serie di immagini che si attivano intorno al mouse quando lo si sposta, finestre pop up che aprono “sopra” la pagina, quando il mouse è sopra un link, oggetti che si possono spostare trascinandoli col mouse, menu gerarchici che funzionano come quelli di sistema (a cascata), testi che scorrono da soli in orizzontale o in verticale.

Più o meno è tutto qui.

Su molti siti il 99% degli utenti è attrezzato con browser che visualizzano correttamente il DHTML. È però importante risolvere i problemi di compatibilità degli script (e non sono pochi). Inoltre il fatto che queste soluzioni siano possibili non significa che siano utili. Meglio usarle con parsimonia e solo se offrono un reale vantaggio.


Applet java

Si tratta di piccole applicazioni che vengono scaricate sul computer dell’utente e lì eseguite.

Il problema principale è nel loro funzionamento sulle diverse piattaforme (PC, Mac , Unix). Non è raro, se il programmatore non è più che attento, che vi siano problemi tali da far “crashare” il browser o addirittura il sistema.


Quick time

Quick Time è una tecnologia per contenuti di tipo audiovisivo, da tempo supportata da Mac e da PC e attualmente molto diffusa per le sue qualità di compatibilità e compressione (file più leggeri).

Non è adatta a realizzare interfacce, anche se consente una blanda interattività.


Lo streaming

Lo streaming è una tecnologia che fa in modo che un filmato, anche pesante, inizi ad essere visualizzato dopo pochi secondi.

In questo modo non si ha praticamente attesa (a parte pochi secondi all’inizio) ed è possibile vedere filmati anche lunghi (decine di minuti) anche con connessioni relativamente lente.


Real Audio/Video

Real è un’altra tecnologia di compressione e trasmissione di materiali audiovisivi.

Real Audio è stata la prima tecnologia veramente diffusa ed efficace per trasmettere voce e musica via web, consentendo la nascita delle prime web radio.

Al momento pare essere la tecnologia più promettente, purché si utilizzi un “Real Server”.

Il player di Real è un helper, distruibuito freeware (e molto pubblicizzato) ma non presente “automaticamente” su ogni computer. Questo ne limita la diffusione a una percentuale probabilmente inferiore al 20% degli utenti.


Altro

Esistono numerosi altri plug-in e helper, ma la loro diffusione è così limitata che non vale la pena di considerarli qui.


L’effetto “Las Vegas”

Trovare in una pagina gif animate e altre rutilanti immagini in movimento è quanto di peggio si possa immaginare per la sua usabilità. Non solo la lettura della pagina viene disturbata, ma l’utente viene innervosito da tutti questi movimenti. La visione periferica (con “la coda dell’occhio”) non è affatto precisa, e ha proprio la funzione di cogliere il movimento, in quanto fonte di possibile pericolo.

Se qualcosa si muove nell’area della visione periferica, anche se si tratta di una gif animata assolutamente innocua, la mente percepisce segnali di pericolo che – pur tenuti a bada dalla razionalità – non mancano di rendere l’esperienza inutilmente stressante.


L’utilizzo informativo

Questo sarebbe veramente l’utilizzo ottimale di tecnologie come Flash, Real o Quick time: mostrare “come si fa” o aiutare a fare qualcosa come progettare un mobile componibile, o scegliere colori, o accostare stoffe, o, classicamente, dare la spiegazione dell’uso di un nuovo programma o di una nuova funzionalità del sito.




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Questo è il capitolo 30 (di 32)
del libro Le imprese e l’internet
di Giancarlo Livraghi e Sofia Postai
L’indice si trova su
http://gandalf.it/upa/
 


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