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L’internet è un ambiente
a ricezione variabile

Una delle cose che rendono l’ambiente web drammaticamente diverso da tutti gli altri a cui siamo abituati è la grande variabilità di ricezione delle pagine web da parte dell’utente, in dipendenza di variabili hardware e software, che fanno sì che la pagina venga visualizzata in modo differente su differenti sistemi.

Metà del tempo e tre quarti dell’esperienza o “bravura” di un progettista web vengono spesi per assicurare una certa stabilità di visualizzazione da parte di sistemi diversi.


Elementi di variabilità

Analizziamo uno per uno – brevemente – quegli elementi che contribuiscono alla variabilità della visualizzazione (e dell’interazione). Questo sintetico elenco basterà a capire che la strada da percorrere non è quella di “bloccare” le pagine, ma piuttosto quella della progettazione fluida.


Variabilità hardware

  • Diversa potenza/velocità di ricezione e di elaborazione, dovute a diversa “potenza” del computer, del modem, della connessione.


  • Diversa dimensione del monitor e, soprattutto, diverse risoluzioni (la risoluzione, per chi non ha dimestichezza coi pixel, corrisponderebbe a televisori non solo di dimensioni diverse, ma in grado di visualizzare solo una parte dell’immagine trasmessa).


  • Diversa ricchezza di colore.


  • Diversa tipologia di monitor (tubo catodico e LCD). I portatili sono sempre più usati e negli uffici (ma anche nelle case) si stanno diffondendo i monitor piatti, per ragioni di ingombro ed estetica dell’oggetto. Gli schermi LCD rendono molto male il colore: lo scuriscono, lo rendono più polveroso, più denso, e molto diverso da quanto si vede su monitor tradizionali a tubo catodico. (È bene comunque ricordare che la riproduzione del colore non è mai “fedele” perché anche con i sistemi più raffinati ogni computer dà una diversa “lettura” del colore)


Variabilità delle preferenze nell’uso del monitor

A prescindere dalle potenzialità del hardware, l’utente può intervenire modificando l’impostazione del monitor.

Può:

  • ridurre i colori


  • ridurre la risoluzione


  • aumentare/ridurre la luminosità


  • aumentare/ridurre il contrasto


  • arrotondare o meno i caratteri, eliminando la fastidiosa “scalinatura” visibile soprattutto nei testi in grandi dimensioni.


Variabilità della piattaforma e del sistema operativo

Non esiste solo il mondo dei PC: Macintosh e Linux costituiscono una minoranza non trascurabile: almeno il 10%, ma per alcuni siti anche il 20/25%. La differenza più difficile da gestire è sempre quella della dimensione dei font: i caratteri in corpo 12 Windows corrispondono a un corpo 14/15 Mac Quindi, a parità di indicazione gli utenti PC vedranno i font del 33% più grandi rispetto agli utenti Mac. Non è una differenza da poco.Anche i font disponibili sono diversi (a parte pochissimi). Se un carattere non è disponibile sul computer di chi legge non viene letto così come è definito. Questo è il motivo per cui i siti web usano una gamma molto ristretta di caratteri.


Variabilità delle preferenze di sistema

Oltre a quanto detto riguardo al hardware (cioè alle modifiche software di caratteristiche hardware) c’è da aggiungere la possibilità per gli utenti PC di settare i caratteri di default di sistema (cioè di tutte le applicazioni) a due livelli pre-impostati (caratteri grandi e caratteri piccoli) più un terzo livello che consente di diminuirli e aumentarli percentualmente fino al 200% della dimensione di base.


Variabilità del software

Browser

I browser attualmente usati (Netscape ed Explorer) più o meno si equivalgono a parità di versione.

Il problema vero sono le differenti “generazioni” di browser.

Ciò che risulta attraente con un browser di generazione “4”, visto con la release precedente si rivela un vero disastro.


Add on (plug-in e player)

I browser possono essere potenziati da softwareaggiuntivi.

I plug in sono software che si integrano perfettamente nelle funzionalità del browser: l’utilizzatore non si accorge della loro presenza, ma – al contrario – si accorge sgradevolmente della loro assenza quando incontra una pagina che contiene un elemento che li richiede: in pagine non opportunamente predisposte per la compatibilità, può succedere anche che non veda assolutamente nulla, a parte il colore di fondo della pagina e l’icona con il plug-in “rotto” che segnala il problema.

I helper, invece, sono applicazioni esterne, che il browser apre quando incontra file che li richiedono.

Ovviamente non esiste confronto tra la diffusione di plug-in installati automaticamente col browser (si arriva a percentuali vicine al 95%) ed altri add on che devono essere consapevolmente scaricati e installati sul proprio computer a cura dell’utente (attorno al 25% nella migliore delle ipotesi).


Variabilità preferenze browser

Anche in questo ambito possono essere variate le preferenze rispetto alle impostazioni.

La cosa su cui più spesso si interviene è – come sempre – la dimensione e il tipo dei font.


Usabilità e appeal

Dovendo progettare in condizioni tanto disagiate – e soprattutto con un bagaglio culturale che anche nei più giovani non si è formato sulla variabilità dello spazio – la tentazione di soluzioni “drastiche” è sempre in agguato.

Potremmo sintetizzarla in “non importa se... ma è necessario che...”.

Prevalentemente le “soluzioni drastiche” e contrapposte sono di questo tipo:

Non importa se è scomodo, ma è necessario che sia compatibile
Non importa se è compatibile, ma è necessario che sia nuovo
Non importa se è brutto, ma è necessario che funzioni
Non importa se è chiaro, ma è necessario che sia glamour

Logica vorrebbe che si cercasse di ottenere qualcosa di innovativo e compatibile nonché bello, comprensibile e funzionale: il problema, più che nelle tecnologie, è nella capacità di progetto e di visione.




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Questo è il capitolo 27 (di 32)
del libro Le imprese e l’internet
di Giancarlo Livraghi e Sofia Postai
L’indice si trova su
http://gandalf.it/upa/
 


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