L’umanità dell’internet
(le vie della rete sono infinite)

omini

di Giancarlo Livraghi
gian@gandalf.it



Capitolo 32
Coltivare le relazioni


La vita è fatta di relazioni. Questa parola, talvolta, ha un suono ambiguo. Vorrei chiarire subito che “coltivare le relazioni” non significa cercare protezioni o favori. Si tratta di una cosa molto più importante: i rapporti umani. Che sono un grande valore in ogni aspetto della vita – e particolarmente nella rete. Quando Leo Buscaglia, nel 1982, pubblicò il suo libro Living, loving and learning non aveva in mente l’internet. Ma spiegava quanto sia importante costruire ponti che ci uniscano agli altri. Che siano i nostri ponti, perché si nutrono delle nostre idee e dei nostri desideri. Ma siano anche i loro ponti, perché solo se lasciamo che gli altri ci raggiungano con il loro modo di essere e di comunicare possiamo davvero condividere esperienze e conoscenze. E devono essere costruiti con amore; cioè non solo con rispetto per gli altri e per le loro opinioni, ma anche con sensibilità e sentimento.

Le relazioni possono nascere per caso – come quando mette radici un seme portato dal vento (o da un’ape in cerca di polline). Ma non crescono se no trovano un terreno fertile. Quel terreno è il nostro desiderio di viverle e la nostra capacità di coltivarle. Le relazioni forti non nascono da un’utilità specifica (qualcuno vuol sapere o avere qualcosa da qualcun altro). Un rapporto solo “utilitaristico” si esaurisce in uno scambio di prestazioni o di ricompense. Il rapporto fra le persone non c’è – o è solo quel rituale di cortesia (o di doveri) in cui non si stabilisce alcun reale contatto umano.

Si può passare un’intera vita senza avere mai una vera relazione con qualcuno. C’è da chiedersi se un tale percorso meriti il nome di “vita”. E poiché l’internet non è altro che un sistema di relazioni umane, una rete di “ponti” fra le persone, è un peccato limitarsi a usarla come una fonte di informazioni o uno strumento per qualche limitata e specifica transazione.

La rete non ci offre solo una più ampia possibilità di relazioni, più numerose possibilità di incontro. Ci permette di estendere le nostre percezioni, cogliere segnali, trovare stimoli. Più di qualsiasi altro sistema di comunicazione umana ci permette di “dosare” le relazioni, scegliere quando approfondirle e quando no. Ma anche in questo dobbiamo avere sensibilità... perché esista una relazione bisogna essere almeno in due. In rete non ci sono gerarchie. Una relazione forte si sviluppa solo se è reciproca; e se ciascuno sa come assecondare i modi, i tempi, gli stati d’animo degli altri.

Una relazione forte e intensamente umana può servire anche per ottenere risultati pratici. Se abbiamo bisogno di un consiglio o di un favore è molto più facile (e più utile) chiederlo a qualcuno di cui ci fidiamo e che lo fa volentieri. Ma se la relazione non ha un valore in sé... non è lo sfruttamento “utilitario” a tenerla in vita. Anzi, se la si “usa” troppo rischia di inaridire.

Ovviamente molti contatti online non sono relazioni umane. Sono banali “transazioni”. Qualcuno chiede qualcosa; e se l’altra persona è gentile (o interessata) la ottiene. Ma qualche volta scatta una scintilla. Da quello che poteva concludersi in un breve scambio di messaggi nasce un incontro, uno scambio di idee, un desiderio di conoscersi meglio. Si è creato un ponte, piccolo o grande, spesso frequentato o di uso occasionale... si schiude il seme di una relazione.

Come ogni cosa nella rete anche i ponti fra le persone non si costruiscono con la pietra o con il metallo, non si progettano con l’ingegneria. Nascono spontaneamente e crescono come germogli che possono generare solo un piccolo fiore o essere l’origine di una foresta. Spesso allargano rami e radici – il contatto fra due persone si estende ad altre. Si mette in moto il “passaparola” (vedi il capitolo 37) e può nascere una comunità. Come abbiamo visto nel capitolo precedente, una comunità online non è necessariamente un sistema strutturato. Può essere semplicemente un punto d’incontro fra persone interessate a un particolare argomento o che si trovano in sintonia e dialogano volentieri su un po’ di tutto.

Nell’infinita varietà della rete ci sono relazioni che non sappiamo di avere e che scopriamo quando meno ce lo aspettiamo. Qualcosa che abbiamo scritto ha trovato un suo percorso, circola in ambienti che non conosciamo. Improvvisamente un giorno, a due passi da casa o dall’altro lato dell’oceano, qualcuno che non avevamo mai incontrato prima (neppure in rete) dice «è un piacere conoscerti, sei tu che avevi detto...».

Può anche accadere che dica «sei tu lo scemo che ha scritto quell’idiozia». Ma anche quella, a modo suo, è una relazione. Anche dai dissensi si può imparare molto. E non è detto che (se lo “scontro” è fra persone sincere e civili) da un contrasto di idee non possa nascere un’amicizia.

In un ambiente libero da ogni costrizione fisica le relazioni si evolvono con un’infinita varietà di modi e di ritmi. Possono esserci momenti di comunicazione intensa seguiti da lunghe fasi di silenzio. Possono esserci incontri occasionali che non hanno alcun seguito immediato ma rispuntano inaspettatamente dopo mesi o anni. Le relazioni online sono governate solo dalle situazioni, dal tempo, dai desideri e dai sentimenti delle persone.

Ma ciò non significa che non si debbano “gestire”. Non nel senso di governare o costringere, ma nel senso di “averne cura”. Le relazioni forti non si nutrono solo di reciproca utilità, di freddi e calcolati do ut des. La forza portante è il dialogo, lo scambio di idee, la reciproca curiosità, la fiducia che nasce dal conoscersi e capirsi. Soprattutto dalle percezioni, dai sentimenti e dalle emozioni.






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