L’umanità dell’internet
(le vie della rete sono infinite)

omini
di Giancarlo Livraghi
gian@gandalf.it



Capitolo 30
Piaceri e problemi del dialogo


La rete non è solo un sistema di “siti” o una grande biblioteca o “banca dati” – cioè un immenso ripostiglio di informazioni. È soprattutto uno strumento di dialogo. Ma non è vero che con l’internet possiamo incontrare “milioni di persone”. Per il semplice motivo che nessuno di noi può (o desidera) dialogare con tutti.

Fin dalle origini della rete si ragiona sul concetto di “vicinanza”. Una delle definizioni più chiare è quella che ne dava Michael Dertzous in What will be (1997:

La più diretta e ovvia conseguenza dell’enorme moltiplicazione della “vicinanza telematica” (electronic proximity) è il numero di persone con cui ognuno di noi può entrare in contatto. Quel numero si misurerà, fra qualche anno, in centinaia di milioni. Il fatto che tecnicamente possiamo raggiungere in pochi secondi ognuna di quelle persone non vuol dire che siamo in grado di farlo. La memoria del nostro computer può facilmente ricordare nomi, indirizzi e informazioni su milioni di persone; noi no. Abbiamo una capacità limitata per quanto riguarda il numero di contatti umani che possiamo gestire in un dato momento e quanti ne possiamo coltivare in tutta la vita. Non possiamo consolidare relazioni profonde se non con un piccolo numero di persone e non possiamo interagire con più di qualche migliaio di conoscenze personali e contatti di lavoro nel corso della nostra esistenza.

Anche in questo senso, è meglio per ciascuno di noi “tagliarsi su misura” l’internet, definendo l’ampiezza e le caratteristiche dell’ambiente in cui si vuole muovere. In pratica, ognuno sceglie il dialogo che vuole; può decidere se limitare gli scambi online alle persone che già conosce, se allargarli un po’ per volta attraverso il “passaparola” o se, quando e come cercare (o accettare) incontri imprevisti con persone sconosciute. Ma è meglio, specialmente all’inizio, darsi un criterio (da che parte voglio cominciare?) e “tastare il terreno” prima di avventurarsi in terreni inesplorati. La corrispondenza e il dialogo online, se si aprono troppo presto troppi canali di comunicazione, possono assumere dimensioni esagerate e creare qualche imbarazzo.

Una persona come me, che è online da parecchi anni e ha un proprio sito, riceve una quantità enorme di corrispondenza. Cerco di rispondere a tutti, ma è un impegno piuttosto pesante. Spesso è piacevole, perché si ricevono messaggi simpatici, interessanti – da qualcuno che conosciamo e con cui siamo abitualmente in contatto, da qualche “vecchia conoscenza” che ritroviamo online – o anche, inaspettatamente, da persone di cui ignoravamo l’esistenza. Ma può anche essere noioso, perché non tutte le persone che scrivono hanno qualcosa di interessante da dire.

Questo è uno dei tanti motivi per cui è meglio procedere un po’ per volta, fare esperienza prima di allargare il dialogo al di là delle dimensioni che siamo in grado di controllare.

Parleremo più avanti di cose specifiche come la posta elettronica, le aree di dialogo online e i malanni dello spamming. Ma il fatto è che la vastità delle risorse e degli spazi disponibili in rete può portare facilmente alla dispersione. E si possono anche fare incontri sgradevoli, o semplicemente noiosi e poco interessanti. Non è il caso di restare troppo presto delusi. Le persone e i “luoghi” interessanti ci sono; l’importante è trovarli.

Quando ero alle prime esperienze in rete, pensavo che online ci fossero solo persone un po’ speciali. Più curiose, più vive, più attente e più disposte al dialogo. Non era vero, neppure allora. In rete c’è sempre stato un po’ di tutto. Fra tutte le persone che c’erano “ai vecchi tempi” (me compreso) c’è un po’ di nostalgia. Eravamo pochi... il fatto di essere collegati con questi nuovi sistemi ci dava un senso di comunità. Adesso che ci sono “quasi tutti” sembra che i valori siano perduti, che l’internet sia “un posto qualunque” dove si incontra “gente qualunque”. Ma non è così.

Non mi stancherò mai di ripetere che non c’è “una” internet ma ci sono tante reti, tanti diversi sistemi di relazioni. Bisogna saper esplorare, scoprire i “fili” giusti... dall’incontro con una persona nascono poi altri contatti... la “nostra” rete man mano si allarga secondo i nostri gusti e le nostre inclinazioni.

In otto anni in rete ho visto un po’ di tutto. Ma le esperienze positive sono molte di più di quelle negative, deludenti o semplicemente inutili. La maggior parte delle persone che conosco, e che ha una buona esperienza della rete, ha la stessa percezione. Non so bene quale sia il motivo... ma credo che ci siano tre ragioni.

La prima è che “essere in rete”, frequentarla attivamente, non è proprio una cosa “di tutti”. Le persone più attive e presenti sono davvero un po’ diverse dalla “media”. Hanno (o trovano) il tempo e la voglia di cercare, di esplorare, di aprirsi al dialogo, di non accontentarsi delle informazioni più ovvie.

La seconda è che l’umanità in generale è molto meno stupida, villana, superficiale ed egoista di come la dipingono i “mezzi di massa” o di come sembra quando la vediamo come folla indistinta. Quando le persone si conoscono un po’ più da vicino (e in rete questo accade più spesso che in occasionali incontri qua e là) spesso si rivelano migliori di quello che sembrano a prima vista. Qualche volta succede il contrario, anche online: ma uno dei vantaggi della rete è che è molto più facile interrompere il dialogo quando non ci piace più.

La terza è che scegliamo. Un po’ lo facciamo intenzionalmente, un po’ succede in modo spontaneo. Non solo noi scegliamo gli altri, ma gli altri scelgono noi. Le infinite (e spesso imprevedibili) vie della rete portano all’incontro fra persone che hanno qualcosa in comune: una curiosità, un interesse, un modo di pensare. Un antico proverbio latino dice pares cum paribus facillime congregantur. Ma “pari” non vuol dire “uguali”. Anzi spesso le differenze sono le cose più interessanti. In rete si incontrano “da pari a pari” persone diverse per età, cultura, opinione, abitudini (e luogo di residenza). Se la si usa bene, la rete ci porta facilmente all’essenziale: abbiamo qualcosa da dirci? Se no, il dialogo si spegne. Se si, continua e si arricchisce: indipendentemente dai ruoli, dalle convenzioni, dalle barriere che troppo spesso ci separano (o ci rendono meno spontanei e sinceri) nelle convenzioni del mondo ristretto e condizionato in cui siamo abituati a muoverci.






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