onda
Le onde dei pensieri


 luglio 2002


La congestione
delle onde


C’è una vastissima e crescente produzione di onde artificiali – che va ad aggiungersi alla già ampia gamma delle onde esistenti in natura, di cui la luce visibile all’occhio umano è solo una piccolissima parte. Naturalmente questo, in sé, non è un problema. Fin che le onde sono utili, e non sono nocive, fanno parte dello sviluppo “sostenibile”. Ma non sempre le cose sono così semplici.

Si parla di danni alla salute. Il fatto è accertato da molti anni per alcuni tipi di radiazione artificiale (come in casi particolari di tecnologie diagnostiche o terapeutiche – ma sappiamo che non è privo di rischi neppure l’uso di un forno a microonde). E pare che ci siano motivi di preoccupazione anche per alcune radiazioni naturali. Non è altrettanto chiaro quanto possano essere nocive le emissioni radio o i campi elettromagnetici dell’alta tensione – e anche l’uso di un telefono cellulare se lo si tiene vicino alla testa.

L’argomento è controverso e non sembrano esserci, per ora, conclusioni chiare su quali radiazioni siano pericolose e quali innocue. Ma è verificato che in alcuni casi il danno esiste – e con la moltiplicazione delle soluzioni wireless o cordless è probabile che non tutti gli sviluppi siano privi di rischi. Perciò sembra ragionevole mantenere un’attenta sorveglianza e cercare, per quanto possibile, di prevenire i possibili danni. Nonché evitare di aggiungere altre “onde”, in un “etere” già affollato, se non sono davvero utili o necessarie.

Ma anche indipendentemente dai (reali o presunti) pericoli per la salute la moltiplicazione delle connessioni “senza fili” non è priva di problemi. Per esempio è abbastanza facile constatare che l’uso di un telefono cordless nello stesso ambiente in cui viene usato un cellulare può provocare interferenze e disturbi.

Il fatto è che siamo nel pieno di una “congestione delle onde” e che l’affollamento tende ad aumentare. Con alcune applicazioni di grande utilità accanto a molte che sono soltanto giocattoli. A che cosa serve, per esempio, una tastiera wireless? Nella maggior parte dei casi la tastiera di un computer (o di qualsiasi altro attrezzo) si trova molto vicina alla macchina e un cavo di connessione non crea alcun problema. E quando sono davvero necessari i comandi a distanza... non mancano gli esempi di errori o malfunzionamenti, con conseguenze non sempre “piccole” e facilmente rimediabili.

La tecnologia dei telefoni cellulari si è molto evoluta, ma la constatazione pratica è che funzionano molto peggio oggi che alcuni anni fa. L’enorme aumento del numero di apparecchi in funzione crea disturbi, interferenze, fastidi di ogni specie. Ed è probabile che con la moltiplicazione dei servizi offerti (che quasi sempre vengono proposti prima di essere stati sufficientemente verificati) le cose tendano a complicarsi ancora di più. Quando poi questi fenomeni si incrociano con una varietà di altre funzioni wireless, non necessariamente coordinate in modo da non interferire fra loro e da “collaborare” efficacemente quando si sovrappongono...

Non so quanti siano, finora, i casi di esplosioni o di incendi (o altri disastri) provocati da un errore umano nell’uso di un comando a distanza oppure da un’interferenza imprevista. È probabile che siano più numerosi di quanto si dica gli incidenti automobilistici provocati dai problemi di questa o quella tecnologia automatica (e non si tratta solo della distrazione del guidatore quando usa un cellulare). Anche in molte altre attività umane... più si moltiplicano gli automatismi e i segnali mandati “via etere” più diventano probabili incidenti di ogni specie – da quelli solo fastidiosi a quelli potenzialmente catastrofici.

C’è stato, per esempio, un grave incidente aereo. Non sembra che la collisione sia stata provocata da un problema tecnico (guasti di sistemi o interferenze nelle trasmissioni) ma da errori umani. Il fatto è che indicazioni contraddittorie dalle torri di controllo e dagli strumenti di bordo hanno confuso un pilota. Con conseguenze disastrose.

L’errore umano esiste e qualsiasi sistema tecnico che non ne tenga conto è destinato a produrre problemi – spesso banali, ma talvolta gravi. Uno dei modi per cercare di prevenire guasti e incidenti è evitare di moltiplicare le funzioni prima di aver accertato se sono davvero necessarie, o almeno utili – e aver verificato in pratica se funzionano come dovrebbero e se sono “a misura d’uomo”, cioè adatte a essere usate dalle persone senza creare confusione e disagio.

Alla “saturazione delle onde” si aggiunge e si mescola la “saturazione della mente”. Troppi segnali, non sempre ben “decodificati”, non favoriscono la lucidità e la chiarezza. E se sistemi complessi ci inducono a emettere segnali senza aver sempre ben verificato dove vanno e che effetto potranno ottenere... si moltiplicano le difficoltà e le possibilità di errore.

Lo sviluppo di risorse tecniche inutili, o potenzialmente dannose, è nutrito spesso dal frenetico desiderio di “forzare” il mercato, di proporre a tutti i costi qualche novità che induca a sostituire apparecchi ben funzionanti con altri inutilmente più complessi, o a caricare le frequenze di materiale eterogeneo spesso indesiderabile e fastidioso.

Ci sarà un mercato eternamente disposto ad assorbire qualsiasi aggeggio solo per seguire la moda?  Probabilmente no, anche se è difficile prevedere come e quando si faranno sentire forze di saturazione e resistenza.

Intanto, fin da ora, se si parla di “inquinamento acustico” e di “inquinamento ottico” è il caso di badare anche all’inquinamento di quelle onde che non si vedono e non si percepiscono come suoni. Perché ogni sovraccarico è pericoloso, ogni congestione produce danni – e intasare le “onde” può avere ogni sorta di conseguenze.

Per cominciare... sarebbe meglio concentrare l’attenzione su ciò che è davvero utile, evitare la moltiplicazione di funzioni e interferenze che non solo affollano un invisibile quanto appesantito “etere”, ma confondono la mente di chi usa un qualsiasi sistema di trasmissione. Prima che qualche danno grave provochi un brusco risveglio.


Giancarlo Livraghi   gian@gandalf.it




Vedi a questo proposito:

Saturazione e innovazione
La congestione comunicativa
Percorsi possibili di un mercato “maturo”
La congestione tecnologica
Le insidie della moda
Il superfluo obbligatorio




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