Offline Riflessioni a modem spento


È finito l’anno dell’internet
 
(si ricomincia da uno)

gennaio 2001

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  Giancarlo Livraghi

gian@gandalf.it
 
Per approfondimenti sull’internet marketing
vedi la rubrica online Il mercante in rete
e il libro La coltivazione del’internet
 
 

 



In dicembre, leggendo un articolo pubblicato in Argentina da Puntonet (un’interessante rivista online che esce in due lingue, spagnolo e italiano), ho scoperto che l’Unione Europea aveva proclamato il 2000 “anno dell’internet”. Mi sono sentito un po’ in colpa per la mia ignoranza – ma sembra che quasi nessuno se ne fosse accorto. Non è la prima volta. Da sei o sette anni si ripete la stessa storia: qualcuno dichiara che sta per cominciare “l’anno dell’internet”. Poi nessuno se ne ricorda... e l’anno dopo si ricomincia. Che senso ha? Poco. Non c’è mai stato e non ci sarà “l’anno dell’internet” per il semplice motivo che non si tratta di un “evento” di breve periodo. L’internet esiste da più di vent’anni e non è una cosa effimera. In un modo o nell’altro, continuerà a esserci, continuerà a crescere, diventerà una parte abituale della nostra vita.

Il commissario europeo Erkki Liikanen ha “tirato le somme” rilevando che la diffusione della rete è aumentata in tutta l’Europa. Lo sapevamo. E che il “commercio elettronico” non decolla. Sapevamo anche questo; ma è interessante che comincino ad accorgersene perfino le autorità europee.

Se proviamo a “tirare le somme” dell’anno duemila la constatazione più sorprendente è la mancanza di novità. La rete continua a crescere, ma questo non è un fatto nuovo. Ogni due o tre giorni qualcuno annuncia una “novità rivoluzionaria”, che non ha alcun effetto (oppure genera solo un po’ di inutile confusione). Spesso le “novità” sono idee vecchie riverniciate per farle sembrare nuove. Nel marasma delle pseudo-innovazioni è sempre più difficile distinguere quali siano le cose utili (vecchie o nuove) e quali siano da buttare nell’ormai straripante deposito dei bidoni.

Dovremmo capire che l’internet non è una “rivoluzione”. Le rivoluzioni hanno vita breve. In pochi anni falliscono – o si trasformano in qualcosa di diverso da quello che i rivoluzionari avevano in mente.

Una rivoluzione duratura c’è stata: quella americana del 1774-76 (è in vigore la costituzione del 1787). Infatti non fu una rivoluzione, ma una guerra di indipendenza.

Una tesi che si sta sempre più diffondendo sul piano culturale (ma finora con scarse applicazioni pratiche) è che l’internet è un sistema biologico; e che si sviluppa per evoluzione, non rivoluzione. Il che non significa che il suo sviluppo sia lento. Un’evoluzione può essere più o meno veloce, secondo le circostanze e le fasi; ciò che ne regola i tempi e i modi è il suo naturale sviluppo, in relazione all’ambiente in cui si trova. (Vedi Elogio della lentezza).

Forse adesso, con l’inizio di un nuovo secolo, potremmo smettere di fare ragionamenti “di breve periodo”; e cominciare finalmente a costruire nella rete con tutta la pazienza, la costanza e l’impegno duraturo che sono indispensabili per produrre risultati che non siano troppo simili all’Effimera – quel curioso insetto che vola, si riproduce e muore in poche ore. È vero che (anche recentemente) alcune effimere nate sotto le insegne della cosiddetta “nuova economia” si sono tradotte in un rapido arricchimento per alcune persone. Nulla di nuovo... in ogni fase un po’ confusa e turbolenta c’è sempre stato qualcuno che riesce ad applicare l’antica ricetta del “prendi i soldi e scappa”. Buon per lui. Ma nel libri degli storici di domani, quando racconteranno l’evoluzione dell’internet, di quelle vicende non ci sarà traccia – se non forse in qualche nota a piè di pagina sugli aspetti bizzarri e pittoreschi della vicenda.

Forse non è una cattiva idea dichiarare finito “l’anno dell’internet”. E così ricominciare, con freschezza di idee e rinnovata voglia di capire. Ritrovando lo spirito delle origini, che per fortuna è vivo e vitale – e togliendo di mezzo un po’ di croste che nascondono la vera natura della rete.

Buon “anno uno” a tutti. Speriamo che ci regali qualcosa di veramente nuovo e interessante. Con un po’ meno fretta confusa, un po’ meno navigazioni senza bussola... e qualche minuto in più per pensare.




Come dicevo nel numero precedente di questa rubrica, una cosa buffa è che si sono sprecate così tante energie un anno fa sulla falsa nozione del “nuovo millennio” da far quasi dimenticare l’inizio del millennio vero. Il che, naturalmente, ha scarsa importanza. Sto scrivendo questo articolo nell’anno 2000, uscirà stampato nel 2001. La “profezia” sarà immediatamente verificabile. Vediamo se indovino: non ci saranno né catastrofi, né rivelazioni, né eventi straordinari. La notte del 31 dicembre 2000 sarà una notte come tutte le altre.



 

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