4. La "tela" in Italia


Web significa "tela",
come net significa "rete".
Le due metafore sono simili,
e abbastanza ovvie.


 

  Dalle cose che si dicono e si mostrano, specialmente in Italia, sembra che l’unico "volto" della rete sia la World Wide Web. Molti nuovi utenti probabilmente conoscono la rete solo sotto questo aspetto. Il fenomeno, in realtà, è molto recente.

Se nel mondo la conoscenza e l’uso della Web si sono diffusi nel 1994, in Italia i primi accessi sono diventati disponibili solo nel 1995 – ma oggi ormai tutti i provider offrono collegamenti adatti a questo scopo (SLIP/PPP – Serial Line IPPoint-to-Point Protocol).

Benché stia migliorando, la qualità degli accessi in Italia non è paragonabile a quella che si può avere negli Stati Uniti e in molti paesi europei. Se è facile accedere alla Web, meno facile è "navigare" con velocità adeguate. Siamo lontani dalle mitiche "autostrade", ci sono "strettoie" o "colli di bottiglia" lungo la rete: ce ne accorgiamo quando il nostro browser rallenta. Come vedremo, ci sono alcune "astuzie" che permettono di superare, in parte, queste difficoltà: ma è meglio sapere, prima di cominciare, che rallentamenti e blocchi sono frequenti su tutti i sistemi, specialmente quando si esplorano "siti" affollati, o che hanno molte immagini visive o "grafiche" complesse.

Se gli utenti che "esplorano" abitualmente la Web sono ancora relativamente pochi, sempre più numerose invece sono le offerte. Si stima che ci sia una disponibilità complessiva di più di 100 milioni di documenti in rete. Ci sono, su scala mondiale, quasi 30 milioni di host internet (di cui sei milioni in Europa e 280.000 in Italia). Ma il tasso di crescita rallenta.

Questa "proliferazione" rifletteva una moda, che sta cominciando a indebolirsi. Da tempo negli Stati Uniti si parla di hangover, cioè del malessere che segue a un’ubriacatura. Ancor più da noi la moltiplicazione eccessiva di proposte sta esaurendo la sua spinta; siamo entrati in una fase di delusione e ripensamento, cui (speriamo) potrebbe seguire uno sviluppo meno superficiale e più ricco di contenuti.

Troppi si sono "precipitati" a proporsi sulla rete prima di aver valutato attentamente quale ritorno ne possano avere. Si comincia a notare che all’entusiasmo iniziale segue una fase più meditata; è probabile che nel tempo la foresta si sfoltisca; che diminuisca, o cresca meno velocemente, la quantità delle proposte e migliori la qualità. Ma orientarsi in questo terreno sovraffollato non è facile.

 

   
 
Giancarlo Livraghi

 

 
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