Dati

Italia

Risorse di informazione e comunicazione
in cinque paesi europei

In base a un rapporto del Censis – dicembre 2006

Giancarlo Livraghi gian@gandalf.it


Disponibile anche in pdf
(migliore come testo stampabile)


Precedenti analisi di questa serie:
Risorse di informazione e comunicazione in Italia (2001)
Evoluzione complessa fra abbondanza e scarsità (2003)
Storia dei sistemi di comunicazione (2004)
I vecchi, l’informazione e la comunicazione (2005)
Evoluzione complessa fra cambiamenti e continuità (2006)


La serie di studi del Censis sulle risorse di informazione e comunicazione, cominciata nel 2001, con il suo sesto rapporto offre un confronto internazionale: la situazione verificata, nel 2006, in cinque paesi europei.

Questo genere di studi è sempre difficile, specialmente quando si tratta di confronti fra paesi diversi. Ma poiché in questo caso la ricerca è stata condotta nello stesso periodo e con lo stesso metodo, con la precisa intenzione di avere dati confrontabili, i dati sono più significativi di quelli che si potrebbero ricavare da un accostamento di fonti diverse.

Un rapporto completo su questo studio non è ancora stato pubblicato. Uscirà probabilmente in aprile o maggio 2007. Questa prima sintesi è basata sul rapporto preliminare diffuso alla fine di ottobre e su alcuni dati che il Censis mi ha cortesemente permesso di conoscere nel dicembre 2006.

Nel primo grafico vediamo il confronto per lo strumento più largamente diffuso, che è ovviamente la televisione.


Televisione

televisione
La parte scura delle barre rappresenta l’uso “abituale” (“quasi tutti i giorni”)


È sorprendente che l’uso della televisione non sia così “totale” come siamo abituati a pensare (e come risulta da altri studi). I dati relativamente più bassi, rispetto ad altre ricerche, derivano probabilmente dal metodo di rilevazione. Ma è interessante notare che la situazione non è omogenea: in Germania e in Francia la televisione appare meno “dominante”.


Radio

radio
La parte scura delle barre rappresenta l’ascolto “abituale” (“quasi tutti i giorni”)


Si conferma che la radio continua a essere uno strumento di larga diffusione, benché oggi sia “insidiata” (nell’area musicale e anche in quella delle notizie) dalla crescita dell’internet. L’Italia è all’ultimo posto, fra questi cinque paesi, nell’ascolto della radio.


Quotidiani

quotidiani
La parte scura delle barre rappresenta la lettura “abituale” (“quasi tutti i giorni”)


È nota la scarsa lettura della stampa in Italia. Ma anche in Francia, per i quotidiani, è relativamente debole (in parte compensata dalla lettura dei settimanali). È un po’sorprendente che la Gran Bretagna (dove ci sono quotidiani con milioni di copie diffuse) sia a un livello più basso della Germania.


Telefono cellulare

cellulare
La parte scura delle barre rappresenta l’uso “abituale” (“quasi tutti i giorni”)


La diffusione della telefonia mobile è cresciuta in tutta l’Europa. L’Italia ha ancora il livello più alto di penetrazione fra questi cinque paesi (non fra tutti i paesi europei) ma le distanze si stanno accorciando. Il totale è vicino a un livello di “saturazione”, anche se possono esserci ancora (limitate) possibilità di crescita dell’uso “abituale”.


Libri

libri
La parte scura delle barre rappresenta la lettura “abituale” (“più di dieci libri all’anno”)


Il dato di lettura “frequente” appare debole in tutti questi paesi, fuorché la Gran Bretagna. Nonostante qualche timido segnale di crescita nella lettura “occasionale”, l’Italia rimane la più arretrata.


Internet

internet
La parte scura delle barre rappresenta l’uso “abituale” (“quasi tutti i giorni”)


La rete cresce in tutta l’Europa. Anche in Italia (vedi dati italiani). Ma sembra che nel 2005-2006 l’Italia sia stata superata dalla Francia e dalla Spagna. L’evoluzione è ancora relativamente “giovane” e la tendenza dovrà essere verificata nei prossimi anni. Ma tre cose sono chiare. L’internet è ormai consolidata come una delle risorse fondamentali di informazione e comunicazione. Ci sono ampi spazi di ulteriore sviluppo (ogni ipotetico “livello di saturazione” è ancora lontano). E l’Italia, benché anche da noi la rete continui a crescere, è ancora arretrata rispetto ai paesi più evoluti (di cui alcuni, come i paesi scandinavi, l’Olanda e la Svizzera, sono più avanzati della Gran Bretagna).


Settimanali

settimanali
La parte scura delle barre rappresenta la lettura “abituale” (“almeno 3-4 volte alla settimana”)


Nel caso della stampa periodica l’Italia appare relativamente meno debole rispetto agli altri paesi (ma sappiamo che alla proliferazione di testate non corrisponde un aumento della lettura). Sembra che i settimanali siano particolarmente diffusi in Francia. È possibile che la “lettura abituale” sia un po’ sottovalutata in Gran Bretagna, dove alcuni settimanali sono considerati newspaper, cioè “giornali”, come se fossero quotidiani.


Mensili

mensili
La parte scura delle barre rappresenta la lettura “abituale” (“almeno 3-4 volte alla settimana”)


Sembra che in Francia i mensili non abbiano una lettura paragonabile a quella dei settimanali. Appare relativamente più diffusa in Gran Bretagna. Anche in questo caso, la posizione dell’Italia appare meno arretrata, in confronto agli altri paesi, rispetto a ciò che si rileva per i quotidiani e per i libri.


In quest’ultimo grafico vediamo un confronto generale.


Cinque paesi

5 paesi


I due paesi con una maggiore diffusione delle risorse di informazione e comunicazione sono (con equilibri diversi) la Gran Bretagna e la Germania. La Spagna appare complessivamente un po’ superiore alla Francia.

L’Italia è la più arretrata, fuorché nell’uso della televisione e dei telefoni cellulari. Debole nelle risorse di maggiore valore per informazione e approfondimento: i libri, i giornali e l’internet. Un quadro preoccupante, che già conoscevamo dai precedenti studi di questa serie, come da altre fonti – ma ora confermato anche da questo confronto con gli altri “grandi paesi” dell’Europa occidentale.

È interessante rilevare anche qui, come in tante altre analisi, una coincidenza fra il più “storico” e il più “moderno” dei sistemi di informazione e comunicazione. Dove si legge di più è più diffusa l’internet e dove è più usata la rete si leggono più libri.





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