labirinto
Il filo di Arianna


articolo su Vita
dicembre 2005

Giancarlo Livraghi – gian@gandalf.it



Il volontariato e l’internet
nati per vivere e crescere insieme


Mi è stato chiesto di esprimere brevemente alcune opinioni sul rapporto fra il volontariato e l’internet. La prima cosa che mi viene in mente è la sostanziale somiglianza, l’analogia naturale, che deriva dall’origine e dalla struttura delle rete. L’internet è nata e cresciuta libera, aperta a tutti e non vincolata da alcuna costrizione economica o politica.

Un ingombrante ammasso di notizie sbagliate e di prospettive distorte può far sembrare che la rete sia soprattutto uno strumento commerciale, in cui a fatica si possano ospitare attività umane il cui scopo non è il profitto. Questa falsa e bizzarra nozione può indurre in grossi errori e creare inutile imbarazzo.

Naturalmente può accadere che un aggregato umano nasca da un’esigenza commerciale. Sono molti i motivi, nella storia, per cui sono nate città o altri luoghi di residenza e di incontro. Talvolta è accaduto che il primo motivo per un insediamento fosse un mercato (o un presidio militare). Ma nel tempo non si consolida una società umana se non c’è la base fondamentale e indispensabile: le persone che ci vivono.

Comunque non è quello il modo in cui è nata l’internet. La sua struttura è sempre stata, e sostanzialmente è ancora, quella del libero scambio di informazione, comunicazione, dialogo e rapporti umani. Naturalmente non è scandaloso che in quel contesto ci siano anche attività d’impresa, scambi economici e di lavoro. Ma è importante capire che il mercante in rete è un ospite, non il padrone di casa.

Insomma la rete è, per sua natura, volontariato e non profit. Quali sono i problemi che possono rendere difficile un così naturale matrimonio fra le organizzazioni di questa specie e uno strumento che ha la stessa identità?

Uno, evidente e grave, è la diffusione squilibrata della risorsa. La penetrazione dell’internet è ancora molto scarsa là dove ce ne sarebbe maggior bisogno. Ovviamente l’informazione e il dialogo non possono risolvere tutti i problemi. Ma sono estremamente utili per organizzare meglio le iniziative – e per dare un ruolo attivo a chi non è solo il destinatario di un soccorso, ma soprattutto il protagonista della situazione. Questo significa che dovrebbe esserci un più forte, e più costante, impegno di tutti nello sviluppo delle risorse di comunicazione.

Un altro ostacolo è il rischio di considerare la rete come un mondo a parte. Non lo è e non lo è mai stata. Funziona tanto meglio quanto più è un elemento, insieme agli altri, del sistema di informazione, comunicazione e collaborazione.

Infine... benché l’internet esista da trent’anni (e il sistema web da quindici) non abbiamo ancora raggiunto una vera maturità nel capire i modi più efficaci per usarla. Il concetto di base è che la rete non è fatta di macchine, connessioni o protocolli. È fatta di persone. Sono i rapporti umani l’elemento fondamentale.




I limiti di spazio nella pagina della rivista non mi permettono di sviluppare qui le considerazioni strategiche e di metodo che portano a un uso efficace della rete. Ma molte considerazioni sull’argomento si trovano in diverse parti di questo sito. Per esempio il libro L’umanità dell’internet (il testo è interamente disponibile online) è scritto dal punto di vista delle persone, ma contiene molte osservazioni utili anche alle organizzazioni. È altrettanto liberamente disponibile Le imprese e l’internet – è scritto per le aziende, ma i concetti e i metodi sono ancora meglio applicabili alle attività non profit, per quella naturale “attinenza” con la natura della rete di cui parlavo all’inizio.




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