Offline Riflessioni a modem spento

La figlia di Omero e la libertà di mercato

Ottobre 1998

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  Giancarlo Livraghi

gian@gandalf.it
 
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  Vorrei parlare di un tema che mi sta molto a cuore: la libertà (e la cultura) della rete. E anche del fatto che, secondo me, il mondo del business e del web marketing non può e non deve trascurare questo problema.

Spero di essere perdonato se comincio con una breve digressione letteraria. C’è uno straordinario libriccino di Robert Graves (l’autore di importanti e divertenti studi sulla mitologia greca e di ottimi romanzi storici) che si chiama Homer’s Daughter. La tesi del libro è che l’Odissea, nella versione che ci è stata tramandata, è stata scritta da una donna (vedi La figlia di Omero).

In quel libro Graves descrive un mondo in cui le navi dei mercanti portavano merci, ma anche idee, filosofie, opere d’arte... e gli aedi che cantavano i poemi (compresa l’Odissea). Senza i mercanti, non ci sarebbe stata diffusione d’arte, di conoscenza e di cultura; e proprio perché le loro navi trasportavano quei beni inestimabili i mercanti erano ben accolti e trattati con rispetto.

Da che mondo è mondo, non c’è una separazione netta fra commercio e cultura. Credo che sia sciocco scandalizzarsi perché "la rete è diventata commerciale". Senza commercio, o più in generale attività economiche, non potrebbe crescere. Ma se la rete perdesse i suoi valori umani e culturali non sarebbe più uno spazio vitale di rapporti, fra persone e comunità, in cui possa esistere e prosperare anche il lavoro e il commercio.

Qualcuno, per fortuna, sta cominciando ad accorgersene. Ho avuto interessanti colloqui con operatori di business che si chiedono se non sia necessario fare qualcosa contro le continue attività di diffamazione, o comunque di informazione deformante, che circonda la rete. In Italia molto più che in altri paesi.

Dobbiamo anche chiederci se gli interventi delle autorità (parlamento, governo, pubblica amministrazione... "grandi poteri" politici, economici e culturali) non siano spesso nocivi, anche se apparentemente motivati da "buone intenzioni". Conosciamo, per esempio i difetti della legge sulla "tutela dei dati personali" e di quella sulla "tutela dei minori". E sappiamo che non è finita qui: altri interventi normativi, non meno discutibili, sono in cantiere. Per non parlare della vergognosa (quanto inutile) prassi di sequestrare computer (o addirittura server) che è stata solo in parte abbandonata dalla magistratura e dalle "forze dell’ordine".

Di questo problema parlavo nell’off-line di luglio; e se n’è trattato varie altre volte su Web Marketing Tools e in diversi articoli pubblicati su varie riviste o siti online.

Proprio ora che la rete in Italia sta dando segni interessanti di crescita mi sembra più che mai importante non solo difenderla attivamente contro ogni tentativo di repressione e censura, ma anche combattere tutte quelle deformazioni e "demonizzazioni" che ne ostacolano la diffusione (specialmente nelle famiglie).

Come? Lo strumento esiste. C’è un’associazione che purtroppo ha mezzi limitati e per un paio d’anni ha avuto un periodo di scarsa visibilità. Ma ora sta cominciando, per fortuna, a riprendere attività e vigore. Si chiama ALCEIElectronic Frontiers Italy Credo che meriti di essere sostenuta e aiutata. Per il bene di ognuno di noi come persone e cittadini; per difendere la nostra libertà di opinione e di comunicazione; per aiutare l’Italia a uscire finalmente dalla sua arretratezza in rete; e anche per la crescita delle attività "commerciali", o comunque d’impresa, nell’internet. Per sua natura, ALCEI non è e non può essere legata ad alcuna parte politica o interesse commerciale (e proprio per questo non dispone di grandi risorse). Ma credo che proprio la sua indipendenza e autonomia, il suo libero impegno sui temi della cultura e della libertà, siano un valore che merita di essere reso il più forte possibile.

 

   

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