Opuscoli, volantini, cataloghi

Queste osservazioni sono tratte dal capitolo 10
del nuovo Come fare pubblicità di Kenneth Roman e Jane Maas
Rizzoli (BUR) 1995

testo inglese

Gli opuscoli sono la forma più antica di pubblicità. Risalgono al 12o secolo, a una poesia d'amore in un libriccino. Hanno trasmesso idee che hanno scatenato rivoluzioni. Sono piccoli, ma fanno grandi cose. Non tutti hanno un investimento per la pubblicità, ma non c'è impresa che non abbia qualcosa di stampato per presentarsi.

Alcuni opuscoli (o brochure) sono chiaramente efficaci, richiamano l'attenzione, invitano alla lettura, fanno crescere le vendite. Altri sono uno spreco di tempo, di carta e di denaro.

Certi principi per la creazione di una buona brochure sono simili a quelli per gli annunci stampa. Molti, tuttavia, riguardano specificamente la documentazione di vendita e possono contribuire molto al suo successo.


Prima di tutto: partire dalla strategia

La pubblicità ed il materiale di vendita devono essere totalmente complementari; gli strumenti cambiano, la musica è la stessa. Immagini, parole, stile, personalità della brochure devono ricordare a chi li legge la pubblicità, riflettere l'immagine della marca.

Anche chi non fa pubblicità deve porsi la stessa chiarezza di obiettivi, e mantenere la stessa coerenza strategica in tutto ci che comunica, per iscritto come in ogni altra forma.

Occorre studiare la concorrenza - e scoprire dove si ha un vantaggio. Capire le persone cui ci rivolgiamo.

Come esprimersi meglio

  1. Il messaggio sulla copertina. La copertina di un opuscolo è come il titolo di un annuncio. Deve definire la promessa, offrire al lettore qualcosa che gli interessi. La copertina deve dire al lettore chi, cosa, perché chiede di avere la sua attenzione.

  2. Un pensiero centrale. Molte brochure falliscono perché cercano di mostrare tutto e dire tutto, così finiscono piene di fotografie grandi come francobolli e una montagna di testo che si rivolge a ogni sorta di persone diverse. Proviamo a farci una domanda. Se dovessimo usare una sola fotografia in tutto l'opuscolo, quale sarebbe?

  3. Una sola immagine sulla copertina. La ricerca insegna una grande illustrazione sulla copertina è meglio di molte piccole. E un'immagine suggestiva, che suggerisce una storia, è più coinvolgente per il lettore.
  4. Sempre didascalie sotto le foto. Le didascalie sono lette due volte pi spesso del testo, eppure non più di una brochure su cinque le usa. Didascalie che danno al lettore molte informazioni interessanti.
  5. Evitare i cliché. Le immagine stereotipate abbondano in opuscoli di ogni sorta. La faccia sorridente dello chef sta nelle brochure di tutti gli alberghi; la sorridente tentatrice in bikini in quelli delle agenzie di viaggi. Se c'è un'immagine che è probabile trovare negli opuscoli dei concorrenti, meglio non usarla.
  6. Riempirlo di fatti. La critica pi frequente sulle brochure è che "non danno abbastanza informazioni". Chi legge non vuole aggettivi e retorica, vuole notizie. Che cosa è compreso nelle tariffe, i prezzi, gli orari. Effetti grafici come tabelle o serie di punti facilitano la consultazione. I consumatori preferiscono avere informazioni pratiche e utili, per esempio com'è il clima in un certo posto e come bisogna vestirsi.
  7. Fare in modo che lo conservino. Conviene dare all'opuscolo una vita più lunga. Per esempio ci sono opuscoli che contengono un repertorio di informazioni, o che diventano un manifesto da appendere, o che danno un calendario annuale di eventi.
  8. Dare al prodotto un biglietto di prima classe. Non risparmiare sulla qualità. In alcuni casi, l'opuscolo è il prodotto. Se i soldi disponibili sono pochi, meglio fare qualcosa di più piccolo, o una cosa elegante in bianco e nero anziché una brutta a colori. Anche con un solo colore oltre al nero si possono fare cose attraenti.
  9. Usare la busta. Se l'opuscolo viene spedito o distribuito in una busta, bisogna far lavorare anche quella. Per incuriosire il lettore, fargli capire che trover qualcosa di interessante se legge quello che c'è dentro.
  10. Chiedere azione. Quale atto preciso vogliamo che il lettore faccia? Scrivere, telefonare, mandare un assegno - ogni brochure dovrebbe contenere un chiaro invito all'azione.

Viaggi e vacanze

Il settore turismo, viaggi e alberghi - comprese le stazioni di sci ed i parchi di divertimenti - è il più grande utilizzatore di brochure. Hanno in comune una serie di problemi: clienti di diversi tipi (chi viaggia per lavoro, chi per piacere, e gli operatori turistici); la necessità di dare molte informazioni in un unico opuscolo; identità di marca schizofreniche (una in alta stagione, una diversa il resto dell'anno).

La cosa pi importante è trovare un'identitì-ombrello che le raccolga, e stare attaccati a quella, per tutti i pubblici e in tutte le stagioni.

Annunciare novità è utile per viaggi e turismo; per attrazioni e parchi divertimenti è linfa vitale. I visitatori sono attratti dalla promessa di nuove avventure. Il posto migliore per annunciare novità è sulla copertina; si può far durare quella vecchia per un altro anno sovrapponendo la nuova.

Cataloghi

Ci sono migliaia di cataloghi, che offrono di tutto. Negli Stati Uniti [ma non in Italia - n.d.t.] gli acquisti per posta aumentano continuamente, anche perché le persone hanno meno tempo libero. Un altro sviluppo significativo negli USA è la disponibilità dei consumatori a comprare su catalogo oggetti di valore elevato.

Questi princìpi per cataloghi più efficaci sono validi in ogni caso - che si vendano boomerang o pentole, viaggi o abbigliamento, bulbi di tulipano o canne da pesca.

Un suggerimento per le fotografie

Per un impatto maggiore e uno stile fresco e vivace, ingrandire particolari. Usare una parte per rappresentare il tutto.


Nei secoli, opuscoli e volantini hanno sedotto amanti, scatenato guerre e rivoluzionato idee. Sono strumenti piccoli ma potenti, che si possono usare in aggiunta alla pubblicità o da soli. Come in ogni forma di comunicazione, la qualità è fondamentale: il contenuto ed il modo in cui si presenta sono i fattori di differenza fra il successo e il fallimento.

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