Allegato al n.19 del Mercante in Rete
27 maggio 1998

 

L’Espresso – 23 aprile 1998
LA BUSTINA DI MINERVA

Umberto Eco

Come venire a patti col progresso.
Ovvero come ridurne gli eccessi.


Sono ancora uno dei pochi tradizionalisti (Old Age) che pensa sia meglio vivere coi treni e con gli antibiotici che arrancare a piedi per le steppe dell’Asia centrale e morire a trent’anni di raffreddore. Tuttavia non mi nascondo che il progresso ha dei limiti, e che essi non nascono da penuria bensì da eccesso. Si sa che all’inizio, quando le automobili erano poche, permettevano di andare da A a B in un’ora, evitando quattro ore di treno snervanti. Ora che ce ne sono molte, per andare da A a B ci si mettono sei ore, mentre in treno ci arrivi in meno di quattro, fresco come una rosa.

Sulla vecchia automobile il cruscotto ti dava poche informazioni essenziali (la velocità, la benzina, l’olio, la batteria, l’acqua). Ora il cruscotto ti dice tutto, la temperatura esterna, quanti chilometri potresti fare con la benzina restante, l’ora, il brano che trasmette la radio, presto ti dirà anche quale è la tua temperatura corporea e l’andamento della Borsa, ma siccome se leggi tutto vai a sbattere contro un Tir, decidi di non leggere più nulla e hai meno informazioni di prima.

Un caso tipico di eccesso di progresso è nei personal computer. Ogni giorno esce un programma nuovo, costa un occhio della testa, non vuoi essere da meno e l’installi, e subito devi comperare un programma apposito per cancellare l’ottanta per cento delle funzioni che il programma ti permetterebbe, perché non ti servono affatto, prendono spazio in memoria, rallentano il lavoro e interferiscono con altre funzioni mandando tutto in tilt. Chi non fa questa saggia operazione di abolizione dell’eccesso di progresso si ritrova un computer meno efficiente di quello che poteva avere quindici anni fa.

Sul mio vecchio programma di scrittura una Bustina occupava 6 KB. Su questo ne occupa 16. Se dovessi portarmi dietro 150 bustine in un dischetto una volta mi bastava un dischetto mentre ora me ne servono almeno due. Inoltre tutto questo occupa memoria sul computer (e quindi soldi). Naturalmente questo programma mi consente molte cose in più dei precedenti, ma di queste nuove cose cara grazia se me ne serve il venti per cento.

Un caso esemplare e quello dei data base. Per chi non lo sappia, un data base è un programma che dovrebbe permetterti di gestire indirizzi, bibliografie, qualsiasi altro elenco di cose di cui tu voglia disporre. Gestire questi dati vuole dire non solo avere nome, indirizzo, telefono, fax, qualifiche eccetera di tutte le persone che conosci, ma poterle selezionare, in modo di avere in un attimo non solo l’elenco di tutti coloro che stanno a Biella, che commerciano in salumi, o che sono nati in aprile, ma anche di tutti coloro che si chiamano Giacomo, o che sono nati di lunedì, o che non hanno fatto la tosse asinina da piccoli. Se l’elenco concerne libri, potresti avere tutti quelli pubblicati nel 1939, tutti quelli di Mondadori, tutti quelli il cui titolo contiene la parola "mentre".

 

Ora, se per un ospedale è importante sapere chi ha fatto la pertosse, e per un libraio individuare tutti i libri Mondadori per le persone normali l’ottanta per cento di queste opzioni sono irrilevanti. Inoltre, per poter contenere tutte queste informazioni e renderle visibili su una sola schermata, il data base, quanto più sofisticato, consente "campi" brevissimi, cosicché potete avere rapporto solo con persone che si chiamino Leo Bo e abitino a Rho in via Pio V, ma non con chi si chiami Annibale Baldassarre Cavalcaselle di Montemagno e abiti in Piazza dei Martiri della Libertà a Montepulciano.

Non parliamo dei libri. Chi vuole registrare libri del Seicento deve annotare sottotitoli che prendono una pagina, e chi prepara una tesi o una ricerca vorrebbe avere un campo che, per quel libro, annoti molte informazioni che prendono decine di righe. Se volete ottenere questo risultato con un data base in commercio (e leggere in un colpo tutte le informazioni sullo schermo) vi accorgerete che, se per caso è possibile, vi ci vuole una vita per riadattare il programma.

La soluzione e facilissima, vi fate il data base da voi usando la funzione Tabella di un buon programma di scrittura. Decidete quali sono i dati su cui vi interessa eventualmente riordinare l’elenco, e che di solito sono tre o quattro (diciamo, per un libro, titolo, autore, anno, editore, ma raramente sarete interessati a elencare a parte tutti i libri di 135 pagine o tutti quelli in sedicesimo). Vi costruite una tabella a quattro colonne, quando volete trovare un libro di Rossi Mario lo trovate col comando "trova", quando volete isolare tutti i libri pubblicati nel 1920 sceglietela colonna della data, riordinate l’elenco in ordine numerico, vi trovate insieme tutti i libri del 1920, spennellate quella porzione dell’elenco, la ricopiate su un nuovo documento, stampate, e via, in pochi secondi.

Avrete risparmiato un sacco di soldi, un sacco di tempo, un sacco di rabbia. Avrete goduto del progresso eliminandone gli eccessi.

 

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