Le “crociate” sono finite?

Giancarlo Livraghigian@gandalf.it

13 giugno 2003



Chissà. Forse siamo davvero alla fine di quei lunghi anni oscuri in cui si sono susseguite le “crociate” contro l’internet con il pretesto della “pornografia” o “pedofilia”. Un tema di cui si è parlato ripetutamente in questo sito, come in altri che hanno a cuore la libertà delle rete e la correttezza dell’informazione.

(Vedi, per esempio, un articolo del settembre 1998 Storia della crociata infame e due dell’ottobre 2000 Il coro dei bugiardi alla seconda crociata e Dalla parte dell’Inquisitore).

Da qualche tempo si cominciano a sentire voci “ufficiali” che finalmente dicono la verità. Per esempio nel Venerdì di Repubblica del 13 giugno 2003 (nell’ambito di un servizio di copertina sui problemi dell’internet, condotto in gran parte con la superficialità e la banalità che sono abituali nei “grandi mezzi di informazione”) il capitano dei carabinieri Giorgio Manzi risponde con insolita chiarezza a una domanda sulla “pedo-pornografia” e sulle tanto strombazzate “grandi inchieste”.

«È un terreno minato. Il rischio è che si perseguano, nel mucchio, buoni e cattivi. E che si segnino per sempre persone non colpevoli. È come se noi, sapendo che la droga viene normalmente avvolta nella stagnola, perseguissimo tutti coloro che comprano stagnola. C’è chi lo fa perché ci avvolge hashish e chi lo fa perché ci avvolge il pesce. Voglio dire: passare per un sito di pedofilia non vuol dire quasi nulla, non è neppure reato. Ma certe maxi-inchieste che hanno dato tanta visibilità, alla fine, non hanno prodotto nulla di concreto. Non un bambino identificato, non un delinquente arrestato.»

E osserva anche che altri metodi, con una precisa e silenziosa ricerca dei percorsi che portano ai veri colpevoli, hanno permesso di ottenere qualche successo reale, identificando qualcuno dei criminali senza perseguitare inutilmente centinaia o migliaia di innocenti.

Forse, dopo tanti anni di clamorose persecuzioni e di miserandi fallimenti, si è finalmente capito qual è la strada giusta. Cosa che non può consolare le molte vittime delle assurde “crociate”, ma almeno ci lascia sperare che d’ora in poi le indagini procedano in modo più responsabile e sensato.

Ma, anche se fossero davvero una cosa del passato le “crociate” con il pretesto della “pornografia” o “pedofilia”, resterebbero altri problemi, come le incessanti manipolazioni che tentano di “demonizzare” l’internet, di controllarla, di centralizzarla, di introdurre (con svariati travestimenti) sistemi di censura. Purtroppo non finiscono mai i tentativi di “domare”, “assoggettare” o “imbrigliare” la rete.



E intanto... si fa poco o nulla
per risolvere problemi veri e seri
come lo spamming e le truffe online.





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