Dati

Italia

Risorse di informazione
e di comunicazione in Italia

In base a un rapporto del Censis – dicembre 2005

Giancarlo Livraghi gian@gandalf.it



Si trovano online in questa sezione
alcune altre analisi basate su studi del Censis.
Un esteso rapporto del 2001.
Una ulteriore e diversa analisi del 2003.
Un approfondimento storico
pubblicato nel marzo 2004.



Nella serie dei “rapporti annuali” del Censis sui sistemi di informazione e comunicazione in Italia, l’aggiornamento del 2005 è specificamente concepito in modo da offrire confronti con il 2001. È disponibile finora solo una “sintesi preliminare”, su cui sono basate le analisi che seguono. Per un approfondimento più esteso dovremo probabilmente attendere la pubblicazione del rapporto definitivo, che uscirà nel secondo semestre 2006.


Uso di risorse di informazione
e comunicazione in Italia

Percentuali su totale popolazione

risorse
 
La parte più scura delle barre rappresenta l’uso “abituale”.
In questo studio la definizione è “penalizzante”
per risorse di disponibilità meno frequente come i settimanali e i mensili.


Tutte le risorse sono in crescita, meno i quotidiani e i periodici, in lento declino da dieci anni. Perfino l’onnipresente televisione sembra avere un leggero aumento. Sembra esserci una recente crescita nella lettura “occasionale” dei libri.

L’ aumento più forte, come ampiamente noto, è nell’uso “frequente” del telefono cellulare, che è quasi raddoppiato (e così si è molto avvicinato a una “soglia di saturazione”).

Ma in totale (compreso l’uso “meno abituale”) la crescita percentuale più elevata (+ 78 %) è quella dell’internet – che ha ancora ampie possibilità di sviluppo.

Anche se è tautologico, può essere interessante osservare gli stessi dati in senso inverso: cioè in base alla percentuale di persone che non usano le diverse risorse, come vediamo nel prossimo grafico.


Non uso di risorse di informazione
e comunicazione in Italia

Percentuali su totale popolazione

non uso
 
Anche da questo punto di vista è sopravvalutato
il concetto di “non abituale” nella lettura dei periodici.


Si conferma la situazione rilevata nel 2001 dal primo studio di questa serie. C’è una forte divisione fra i “meno abbienti” di informazione e comunicazione (la cui risorsa dominante è la televisione) e chi ha un ambito culturale “più ricco” con una gamma estesa di strumenti. (Vedi Il paradosso dell’abbondanza).

Rimane irrisolto un noto problema: ciò che “manca” a metà degli italiani è la lettura. Una debolezza culturale che non si corregge con lo sviluppo di altri strumenti – e neppure con una crescente diffusione dell’internet, perché la rete si aggiunge alle altre risorse di lettura, ma non le sostituisce.

Anche altre ricerche confermano che l’internet ha una presenza ancora modesta, ma non più “marginale”, nel patrimonio di informazione e comunicazione degli italiani. Se la crescita continuasse con lo stesso andamento, la rete potrebbe arrivare in due o tre anni a una “penetrazione” simile a quella dei quotidiani. Non si tratterebbe, naturalmente, di una “sostituzione” – ma di una diffusione consolidata dell’internet in quella circa metà della popolazione italiana che ha una più “ricca” dotazione di risorse.

Tutte le analisi confermano che l’uso dell’internet non sostituisce alcuno degli altri mezzi di informazione e di comunicazione. Ne può, in parte, diminuire la frequenza e la durata. Secondo questa ricerca del Censis (confermata anche da altre fonti) il tempo è sottratto di più alla televisione – e comunque l’influenza percepita della rete sull’uso di altre risorse è in diminuzione.


“Da quando uso l’internet uso meno...”
Percentuali

uso meno


Le risposte a una domanda come questa riflettono più spesso percezioni soggettive che comportamenti reali. Ma l’esperienza conferma che l’uso dell’internet sostituisce raramente (e diminuisce poco) la lettura dei libri e della stampa quotidiana e periodica.

Ritorniamo alla situazione generale degli strumenti di informazione e comunicazione. Questo è un confronto fra uomini e donne nel 2005.


Uso di risorse di informazione
e comunicazione in Italia

Per genere
Percentuali sul totale in ciascuna categoria

uomini e donne
 
La parte più scura delle barre rappresenta l’uso “abituale”.
Come già osservato, in questo grafico e nei due seguenti
la definizione “abituale” è “penalizzante”
per risorse di disponibilità meno frequente come i settimanali e i mensili.


Non è una novità che “in media” le donne leggano più libri e settimanali, ma meno quotidiani, degli uomini. C’è ancora una differenza rilevante nel caso dell’internet, ma è in diminuzione: nel 2005 rispetto al 2001 la presenza femminile nell’uso “abituale” della rete è aumentata del 124 %, quella maschile del 57 %.

Quando si osservano le differenze di comportamento fra uomini e donne è sempre opportuno ricordare che si tratta di un fatto complesso. Solo in parte è il risultato di tendenze “maschili” o “femminili”. In molti casi è influenzato dal tipo di attività e di orientamento culturale. Quando si confrontano uomini e donne che fanno lo stesso lavoro, o hanno gli stessi interessi, le differenze nell'uso degli strumenti di informazione e comunicazione sono molto più piccole.

In altre parole, il comportamento è più spesso influenzato dalla situazione in cui uomini e donne si trovano nella società che da tendenze direttamente attinenti al “genere”.

Se è vero che la situazione influisce sui comportamenti, è vero (almeno in parte) anche il contrario: una migliore disponibiltà e gestione delle risorse di informazione e comunicazione può contribuire ad attenuare quelle differenze che si traducono, per l’uno o per l’altro, in condizioni di debolezza – ovviamente non solo fra uomini e donne, a anche secondo ogni altro criterio di distinzione.

Vediamo ora la stessa situazione in base al livello scolastico. I dati disponibili nel nuovo studio del Censis dividono il totale solo in due categorie: persone “più istruite” (diploma e laurea) e “meno istruite” (licenza elementare e media).


Uso di risorsedi informazione
e comunicazione in Italia

Per livello scolastico
Percentuali sul totale in ciascuna categoria

istruzione
 
La parte più scura delle barre rappresenta l’uso “abituale”


Con una sola e ovvia eccezione, quella televisiva, tutti gli strumenti sono più usati ai livelli più alti di istruzione. Nel caso dell’internet sembra che la differenza si stia accentuando: rispetto al 2001 l’aumento dell’uso “abituale” fra i “più istruiti” è del 90 %, mentre è il 66 % fra i “meno istruiti”. Questo può sembrare in contrasto con quanto rilevato da altre ricerche (allargamento ai livelli “medi”) ma occorre ricordare che in questa analisi il livello “medio inferiore” è accomunato con quello elementare, in cui l’uso della rete è quasi assente.

Un altro confronto distingue solo tre livelli di età: “giovani” (dai 14 ai 29 anni), “adulti” (30-64) e “anziani” (65 e oltre).


Uso di risorse di informazione
e comunicazione in Italia

Per età
Percentuali sul totale in ciascuna categoria

eta'
 
La parte più scura delle barre rappresenta l’uso “abituale”


È credibile che fra i giovani la frequenza d’uso del telefono cellulare abbia superato (per la prima volta nel 2005) quella della televisione. Mentre è diminuita, rispetto al 2001, la lettura “non occasionale” di libri nelle età inferiori ai 65 anni. La lettura di quotidiani e periodici è un po’ diminuita in tutte le categorie. L’uso “abituale” dell’internet cresce notevolmente rispetto al 2001 a tutte le età, ma di più fra gli adulti (+ 96 %) e fra i giovani (+ 90 %) che fra gli anziani (+ 40 %) la cui presenza in rete rimane scarsa (specialmente ai livelli di istruzione meno elevati) come confermato anche da altri studi.

Infine... questo è un confronto fra le due risorse con il più alto indice di sviluppo (le linee di tendenza sono intenzionalmente semplificate).


Crescita di due risorse
2001-2010

Percentuali sulla popolazione

cellulari e internet


Naturalmente non è un tentativo di fare “profezie”, ma una semplice proiezione delle tendenze finora verificate. Due fatti sembrano chiari.

  • Nulla di ciò che è accaduto finora ci porta a immaginare che, nel prevedibile futuro, la diffusione dell’internet in Italia possa raggiungere quella della telefonia mobile.

  • Sembra probabile che nei prossimi tre o quattro anni l’uso della rete raggiunga un livello simile, o superiore, a quello della carta stampata.

Il confronto con altri paesi conferma che in Italia ci sono ampi spazi di sviluppo per l’internet – ma anche per libri, giornali e riviste. Sarebbe desiderabile che crescessero insieme, allargando l’area di “migliore dotazione” di risorse.




Il quadro generale conferma il “paradosso” già rilevato negli anni precedenti. Una dinamica complessa fra abbondanza e scarsità. Rimane la forte divisione fra i “più abbienti ” e “meno abbienti” di informazione e comunicazione (su scala mondiale – e anche all’interno di un singolo paese, come l’Italia). Ma per tutti continua e si accentua il problema della “congestione” informativa e comunicativa, in cui è sempre meno facile distinguere fra ciò che è utile e interessante e ciò che serve solo a distrarre o confondere.

È un problema complesso, e spesso confuso, che sarà bene continuare ad approfondire. Ma intanto si conferma un fatto fondamentale: le tecnologie e le risorse sono strumenti. Ciò che conta è la cultura, cioè la capacità umana di capire e gestire una disponibilità di risorse apparentemente sempre più “ricca”, ma in realtà troppo spesso monotona, banale, ripetitiva e “omogeneizzata”.





indice
indice della sezione dati


Homepage Gandalf
home